La scorsa notte il carcere minorile di Nisida si è trasformato in una violenta rissa tra detenuti in rivolta e poliziotti. In un primo momento è stata incendiata una cella e poi i detenuti hanno preso a calci e pugni gli agenti presenti.
I poliziotti sono stati costretti a ricorrere alle cure dei sanitari. Per tutti la prognosi è di 15 giorni. Un episodio che ha causato danni: uno degli agenti ha perso un dente, un altro ha diversi punti di sutura alla testa e altri due sono rimasti intossicati dal fumo. In una nota congiunta i sindacati Uspp, Uil P.P. e Sinappe tornano a evidenziare che: “Sono troppi i detenuti stranieri provenienti dal nord Italia che stanno minando minando anche la riabilitazione degli altri detenuti minorenni presenti”. La nota delle tre sigle sindacali si conclude: “Togliere i benefici di legge a coloro che si rendono protagonisti di aggressioni ai danni dei colleghi a cui va la nostra solidarietà”.
Nisida, detenuti in rivolta: non è la prima volta
Oltre la rivolta registrata a Nisida la scorsa notte ci sono stati altri episodi in passato. Uno tra i più voiolenti risale all’ottobre del 2022. In quel caso però i detenuti diedero vita ad una violenta rissa tra di loro durante la consueta ora d’aria. In quel frangente furono i detenuti italiani e i detenuti stranieri ad invocare la rissa fino ad arrivare a pochi metri dalla porta carraia, ovvero il varco d’ingresso e uscita del carcere. La polizia penitenziaria li riuscì a braccare solo pochi metri prima del varco.
Altre polemiche provengono poi dai tanti video social di detenuti, di altre carceri, all’interno delle loro celle. Questi non potrebbero avere il cellulare eppure le immagini spopolano su tik tok ed altre piattaforme creando grande scompiglio. Sicuramente la sicurezza dovrebbe attuare maggiore controlli.