Napoli-Real Madrid non è altro che un ricorso storico. Dobbiamo tornare al 1987, a quando Napoli di Maradona, fresco campione d’Italia, si affacciava per la prima volta nella sua storia all’allora Coppa dei Campioni. Il format della competizione era ben diverso da quello a cui siamo abituati oggi. Potevano accedervi solo le compagini vincitrici dei rispettivi campionati e tutti i turni erano a eliminazione diretta. Gli incontri erano andata e ritorno (osservando la regola dei goal in trasferta), ad eccezione della finale che era partita singola. Vi partecipava dunque un club per nazione, più i campioni in carica dell’edizione precedente. La struttura del torneo venne modificato in quello dell’odierna Champions League, arricchendosi di più squadre e della fase a gironi, a partire dall’edizione 1993/94. Era considerato, infatti, inconcepibile che una squadra blasonata rischiasse l’eliminazione dopo una sola partita giocata. Fu proprio questa mancanza dell’epoca a “fregare” quello che era probabilmente il Napoli più forte di sempre.
Il Napoli pesca il Real Madrid al primo turno
Ebbene, i partenopei furono sfortunati nel sorteggio, perché pescò proprio i campioni di Spagna del Real Madrid, che all’epoca potevano vantare già 6 coppe dalle grandi orecchie vinte. Si trattava del grande Real di Emilio Butragueño, Michel, Hugo Sanchez, Ricardo Gallego e Francisco Buyo. Il Napoli doveva recuperare il 2-0 dell’andata, disputatasi al Santiago Bernabeu il 16 settembre 1987, maturato per il goal di Michel e lo sfortunato autorete di Nando De Napoli.
Il 30 settembre del 1987, dunque, un infuocato Stadio San Paolo, che all’epoca arrivava ad accogliere picchi di 90 mila spettatori, tentò di intimorire i blancos. La formazione del Napoli che sfidava la blasonata compagine spagnola era, come detto in precedenza, la migliore di sempre. Un 4-3-1-2 che si componeva di Garella tra i pali, Ferrario e Renica difensori centrali, Ciro Ferrara e Francini come terzini, Romano vertice basso, De Napoli e Bagni mezze ali e le punte Giordano e Careca erano sorrette da Diego Armando Maradona sulla trequarti, andando a formare la leggendaria MA–GI–CA.
Un grande Napoli assedia il Real Madrid
Il Napoli parte forte, assediando il Real Madrid nella sua area di rigore. Al 9 minuto di gioco De Napoli verticalizza verso l’area di rigore, dove Careca colpisce due volte di testa riuscendo a indirizzare il pallone verso Giovanni Francini, il quale colpisce a sua volta di testa. L’estremo difensore dei blancos, Francisco Buyo fu abile nel respingere la conclusione diretta, ma nulla poté sulla ribattuta dello stesso Francini, che scaraventò la sfera alle sue spalle facendo impazzire i tifosi napoletani che sognavano la rimonta. Significativo fu il gesto del terzino azzurro, che senza perdere tempo in esultanze raccolse il pallone e lo riportò a centrocampo. Il messaggio era chiaro: “Siamo il Napoli! Vogliamo battere il Madrid e passare il turno!” Inutile dire che lo stadio era una bolgia.
Il Napoli cerca il goal del pareggio proseguendo l’assedio, e lo sfiora in più occasioni con Romano, Bagni e soprattutto con Careca, che obbliga Buyo ad un miracolo su cross di un ispiratissimo De Napoli. Il primo tempo è a senso unico, e poco dopo Careca non riesce ad appoggiare in rete da due passi il cioccolatino offertogli da Francini.
Il goal del Real Madrid
Purtroppo anche all’epoca valeva la regola “goal sbagliato-goal subito“. Il Napoli imparò questa severissima lezione al 44esimo, quando il fin lì ineccepibile Francini si fece intercettare un passaggio da Michel, che servì velocemente Hugo Sanchez, il quale mandò in profondità Butragueño, che anticipò e scavalcò l’uscente Garella con un delizioso pallonetto. Il ben più esperto Real Madrid segnò dunque alla prima occasione capitatagli, ammutolendo lo Stadio.
Per passare il turno, in virtù del goal segnato in trasferta dal Real Madrid, avrebbe dovuto vincere segnando ben 4 reti. Inutile dire che gli uomini di Bianchi gettarono la spugna. Segue una partita rassegnata in cui c’è da raccontare solo l’espulsione del subentrato Carnevale. Il Napoli abbandonò dunque la Coppa dei Campioni 87/88 uscendo a testa altissima… in maniera non troppo diversa dal 2017, quando la compagine di Sarri palleggiò in faccia al Real Madrid di Zidane futuro campione per oltre 50 minuti. Ma questa è un’altra storia…
Napoli – Real Madrid, una storia da riscrivere
Il bottino del Napoli è magro, nelle due occasioni in cui ha affrontato il Real Madrid in passato. In totale ha ottenuto 3 sconfitte ed un pareggio. Toccherà a Kvara e compagni riscrivere questo trend negativo, al fine di conclamare definitivamente il Napoli come formazione di caratura europea.