I Quartieri Spagnoli sono da tempo simbolo del recente fenomeno denominato da molti “Rinascimento Napoletano“, espressione della rivincita che si stanno riprendendo alcuni dei quartieri prima non molto apprezzati ma che si sono rivelati col tempo essere il cuore pulsante della città.
Qui infatti ragazzi, famiglie, turisti si addentrano per visitare luoghi tipici come il murale di Maradona o per fare una passeggiata tra le diverse botteghe artigianali presenti, i tipici “bassi napoletani” e angoli stretti e bui, caratterizzati da ripide scalinate e panni stesi al sole.
Non solo movida e negozi però: pochi sanno che nei quartieri c’è di più. Oltre i numerosi palazzi d’epoca, si possono contare all’interno dei soli quartieri ben 22 chiese, molte di esse legate a una particolare storia o tradizione della città.

Le chiese dei Quartieri Spagnoli: un tuffo tra folklore e culto

Tra le chiese più importanti dei Quartieri Spagnoli vi è sicuramente la Chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, situato nel Vico Tre Re a Toledo, 13, risale alla fine del XVIII secolo ed è dedicata a Santa Maria Francesca, nota per provare i dolori della Passione di Cristo durante la Quaresima e per avere le stigmate come San Francesco.

Spesso punto di ritrovo di molti religiosi, a questo luogo sono particolarmente legate le donne che desiderano la maternità.
All’interno della chiesa infatti vi è una cappella speciale, nella quale si trova una sedia leggendaria. Si crede che questa sedia fosse utilizzata da Santa Francesca per cercare sollievo mentre avvertiva i dolori della Passione. Ora la chiesa è ora meta di pellegrinaggi di giovani donne che si recano lì in preghiera per chiedere alla Santa il miracolo della maternità.

La sedia dove si pensava Santa Maria Francesca sedesse dolorante

La Chiesa di Santa Maria della Mercede a Montecalvario, situata in Largo Montecalvario, risale al 1560 quando fu eretta per volere della nobile Ilaria D’Apuzzo. Nel corso dei secoli la chiesa ha subito numerosi interventi di ristrutturazione, mantenendo sempre i tratti tipici del barocco napoletano. La chiesa presenta una pianta a croce greca, con una sola navata e cinque cappelle su ciascun lato, tutte affrescate. L’abside ospita l’altare maggiore, un’opera d’arte realizzata dall’artista Domenico Antonio Vaccaro, artista napoletano operante nell’epoca a cavallo tra Barocco e Rococò.

La chiesa di Sant’Anna di Palazzo è un monumentale edificio sacro situato in vico Rosario di Palazzo. La sua edificazione ebbe luogo per commemorare la storica vittoria di Lepanto contro la flotta ottomana nel 1571. Questa chiesa ha una storia ricca di avvenimenti significativi.
Nel 1778, la rivoluzionaria partenopea Eleonora Pimentel Fonseca celebrò qui il suo matrimonio e, in seguito, seppellì suo unico figlio, Francesco, scomparso in tenera età. L’interno dell’edificio, sebbene sia notevolmente diverso dall’originale chiesa di Sant’Anna, demolita nel 1964 a causa dei danni causati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, custodisce ancora preziose decorazioni in stucco risalenti al XVII secolo.

La Chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori (ex Monastero), situata in via Francesco Girardi n°59 risale al 1516. I contadini della zona, denominata allora fondo del Belvedere (la chiesa si trova di fatti all’inizio di Spaccanapoli, da cui si gode di una vista completa della singolare via), donarono una statua miracolosa della Madonna chiamata S. Maria Ognibene ai Padri Serviti.  Nel 1630 venne aperta una nuova chiesa, sempre intitolata a Santa Maria Ognibene. Si decise dunque di rinominare l’ex monastero in onore della Madonna Addolorata, da cui il nome “Santa Maria dei Sette Dolori
Al suo interno vi è ancora la statue dell’Addolorata, incoronata direttamente dalle mani di re Ferdinando II. Egli, a seguito della restaurazione del Regno borbonico, fece applicare ad alcuni dei terminali della cancellata ottocentesca i gigli di casa Borbone. 

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