Nel complesso quadro socio-economico del nostro paese le associazioni svolgono un ruolo cruciale come attori collettivi nella sfera pubblica. Tuttavia, per comprendere appieno il loro impatto e il significato della loro presenza sul territorio bisogna considerarle in relazione ai contesti in cui operano. Questi -più di tutto il resto- sono il riflesso delle sfide socio-educative quotidiane dei cittadini.

La presenza di associazioni sociali è importante soprattutto in quei luoghi in cui lo Stato non è presente come dovrebbe e non riesce né a garantire adeguatamente i servizi essenziali né ad arginare le conseguenze negative che tale assenza causa, come la dispersione scolastica.  
I dati forniti da Svimez evidenziano una profonda divisione all’interno del nostro paese.
Nelle regioni del Centro-Nord, il tasso di abbandono della scuola dell’obbligo è del 10,4%, mentre nel Sud questo tasso è più elevato, arrivando al 16,6%. Tuttavia, la situazione diventa ancora più critica a Napoli, dove il tasso di abbandono raggiunge quasi il 23%. Questa disparità si riflette a 360° su tutti i servizi, compresi quelli legati alle mense scolastiche, alle strutture sportive e all’offerta di tempo pieno nelle scuole per agevolare le famiglie in cui i genitori lavorano full time.

Il fenomeno della dispersione scolastica: foto dal web

Dispersione scolastica: l’importanza delle associazioni

A combattere la dispersione scolastica sono i dirigenti scolastici, sindaci dei comuni e centri per l’impiego territoriali. Ma in prima fila troviamo anche le associazioni sociali. Queste ultime infatti spesso rivolgono la loro attività a supporto della motivazione degli studenti e dell’apprendimento, al fine di garantire la piena attuazione del diritto all’istruzione. Spesso forniscono anche servizi individuali di accompagnamento allo studio e all’apprendimento agli studenti con maggiori difficoltà.

Dimostrare la reale efficacia dei progetti di contrasto alla dispersione scolastica realizzati da suddette associazioni è compito eseguito da specifici enti accreditati. Questi, nei loro report, hanno registrato negli anni una forte diminuzione di ingressi in ritardo alle lezioni o una riduzione rilevante di assenze su base annua (in alcuni casi anche fino al 30%). Si è anche registrato un rinnovato interesse delle famiglie per l’andamento scolastico dei figli. 

Questo comporta inevitabili miglioramenti nei rendimenti scolastici dei ragazzi. In alcuni casi si arriva anche a un miglioramento del 5%.

L’Articolo45: una realtà che dà speranza

L’ETS Articolo45 è un’associazione che opera sul territorio napoletano da più di quattordici anni. È sempre stata impegnata nella promozione sociale con azioni concrete per la tutela dei diritti sociali, con particolare attenzione ai soggetti deboli ed emarginati.

Agisce da sempre in contesti sociali in cui si evidenziano più criticità: oltre l’abbandono scolastico, i problemi di povertà educativa che hanno la necessità di essere affrontati con strumenti di prossimità. Si occupa inoltre della gestione della Mediateca Civica di Santa Sofia. Qui presto prenderà vita un nuovo progetto promosso dal Dipartimento Delle Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, chiamato “Juke-Book”.

L’intervento e i servizi dell’associazione altrimenti mancanti

Il nuovo progetto qualificherà la Mediateca come centro di inclusione attiva dedicata ai giovani offrendo strumenti per la fruizione di testi anche attraverso il mondo virtuale. La messa a disposizione di un catalogo di pubblicazioni di Video/audio libri, di e-book, permetterà di avviare un percorso di educazione all’utilizzo degli strumenti informatici e piattaforme social. Tutto ciò con il fine di prevenire fenomeni come il cyber bullismo, violenze di genere o dispersione scolastica”. Così racconta la Presidente dell’Associazione Articolo 45 Marica Luminoso, che continua: “Il dialogo con le scuole è importante e deve essere continuativo. Ma oltre le scuole ci sono, poi, luoghi di aggregazione naturale, le strade e le piazze, dove l’assenza di una valida alternativa può spingere il giovane a compiere errori che spesso segnano lo loro vita o ne decidono il suo corso. È importante creare spazi di aggregazione destinati ai giovani, soprattutto quelli che definiamo “a rischio; spazi dove favorire un’alternativa, posti sicuri dove si possa crescere assieme cibandosi di energie positive, di arte, di condivisione; spazi creativi dove creare la migliore versione di se stessi nella comune libertà.

Le associazioni nascono lì dove la macchina istituzionale manca di agire. Questo non deve permettere agli enti pubblici di dare un respiro di sollievo, ma di prendere coscienza che l’emergenza sociale è sempre più forte. È necessario rendere il legame tra le reti associative e quelle istituzionali più forti, cosicché, lavorino assieme per arginare il  fenomeno di disgregazione sociale. Numerosi e a più riprese sono ormai i casi di violenza che vediamo susseguirsi negli ultimi tempi, i cui carnefici ci sono i giovanissimi. Li vediamo a bella posta sui social network ormai una realtà dove tutto questo sembra non scandalizzarci più. Se davvero vogliamo cambiare il nostro futuro e soprattutto quello dei giovani, dobbiamo inevitabilmente agire, promuovere la rieducazione a partire dalle famiglie. Bisogna buttare giù le fondamenta di una casa ormai fatiscente e inospitale per poter costruirne una nuova più sicura e bella in cui vivere”.

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