Il maestro Giuseppe Mallozzi, direttore dell’Orchestra sociale sinfonica dei Quartieri Spagnoli, ha espresso parole di dolore per la morte di Giovanbattista Cutolo e ha affermato che la musica può essere un valido sostegno per i ragazzi più difficili. Mallozzi dirige da anni l’Orchestra sociale dei Quartieri Spagnoli, con cui il giovane musicista ucciso a colpi di pistola all’alba del 31 agosto scorso in piazza Municipio, aveva collaborato in più occasioni:
Giovanbattista, parole di stima da parte del maestro Mallozzi
“Era molto bravo” ricorda Mallozzi “Insieme abbiamo eseguito il ‘Bolero’ di Ravel e ‘Quadri di un’esposizione’ di Musorgskij con orchestrazione Ravel. Lui era il primo corno. Abbiamo anche organizzato il sestetto di Strauss per fiati, la seconda serenata di Brahms. Brani molto complessi“.
L’orchestra sociale diretta da Mannozzi nasce nel 2014 sull’esempio del sistema pedagogico-musicale ideato in Venezuela dal musicista ed ex-ministro della cultura José Antonio Abreu. Le 180 orchestre sociali su cui si basa tale sistema accolgono tra le loro fila più di 350 mila bambini provenienti dai barrios più poveri del Venezuela.
L’Orchestra dei Quartieri Spagnoli
Mallozzi sottolinea proprio come l’Orchestra sociale dei Quartieri Spagnoli ha negli anni accolto bambini senza nessuno fornendogli gratuitamente gli strumenti musicali per entrare a far parte del gruppo. Giovani senza una guida, facili prede per la malavita, che grazie alla musica hanno poi frequentato il liceo musicale e il Conservatorio. Entrare nell’orchestra infatti non richiede alcuna preparazione pregressa, le attività sono improntate sulla pratica e la sperimentazione, e mirano a
Proprio pensando al giovanissimo assassino di Giovanbattista, il sedicenne che lo ha ucciso con tre colpi di pistola in seguito a una futile lite per il parcheggio del motorino, Mallozzi afferma: “La questione della sicurezza non è solo di ordine pubblico. Dobbiamo creare le condizioni perché una persona veda il mondo in maniera positiva e agisca in maniera positiva. Qui da noi abbiamo avuto bambini senza nessuno, giovanissimi che poi sono andati a liceo musicale e al conservatorio. I bimbi che non vanno a scuola oggi ci fanno tenerezza, ma tra 10 anni potrebbero essere persone di cui lo Stato si dovrà occupare. Noi siamo un’altra porta per l’ingresso nella cultura. Potrebbero segnalarli a noi i ragazzi a rischio, per farli entrare nel mondo del sapere“.
Il potere della musica
La musica dunque, non soltanto come tecnica e performance, ma come fattore di aggregazione e mezzo per esprimersi: questa la visione e l’obiettivo delle orchestre sociali, come quella dei Quartieri Spagnoli con cui Giovanbattista collaborava da anni.
“In una orchestra ogni componente ha un compito” continua Mallozzi “deve contribuire al progetto comune del brano. Questo educa a diventare cittadini. Nel 1600 i conservatori a Napoli sono nati anche per accogliere i bimbi che erano dediti ad azioni anche malavitose. In Campania la Regione ha finanziato la costituzione di bande nelle parrocchie, ma perché i laici non possono partecipare? Il nostro è un investimento sui giovani“.
L’obiettivo di Mallozzi e degli altri docenti delle orchestre sociali è quello di allargare il più possibile questa rete, per combattere la violenza attraverso la musica d’orchestra, che crea legami sociali e contrasta il disagio dei giovani e la dispersione scolastica.