Stefano, napoletano trapiantato in Inghilterra, ci racconta la sua esperienza di vita e la passione per il calcio. Dalla scelta di Brighton alla vittoria dello scudetto, le sue emozioni e la voglia di condividere la sua storia con tutti noi.
Ciao Stefano, per iniziare, presentati ai lettori di Gridalo.
“Ciao a tutti, sono Stefano Squillante, ho 34 anni e sono nato a Napoli. Vivo in Inghilterra da cinque anni e mezzo, dove sto per aprire un piccolo caffè. Mi sono trasferito per necessità lavorative con la mia ragazza. A Brighton siamo riusciti a costruire qualcosa che purtroppo non riuscivamo a rendere solido a Napoli. Lì, invece, ci siamo trovati quasi da subito bene, anche se casa manca sempre, ovviamente.“
Come mai proprio Brighton?
“Abbiamo scelto Brighton perché lei aveva amici che avevano fatto un’esperienza lì e ce l’hanno raccomandata per evitare la metropoli di Londra, comunque più cara. E per chi si muove, come abbiamo fatto noi, di punto in bianco, senza un piano chiaro e senza sapere a cosa saremmo andati incontro, è stato il compromesso migliore.”
Cosa ti manca di più di Napoli?
“Innanzitutto lo stile di vita che tante volte diamo per scontato e al quale spesso non diamo neanche valore. Il modo di vivere, soprattutto le persone che ci sono a Napoli, non le trovi dappertutto. Gli inglesi sono una popolazione abbastanza socievole, aperta e accogliente. Magari la popolazione è un po’ più multiculturale, con una minore identità.”
E dopo cinque anni non pensate che le cose a Napoli possano essere cambiate?
“In realtà, ci siamo trovati così bene qui in Inghilterra che ormai questo posto è diventato una sorta di seconda casa per noi. Abbiamo un piano a breve termine che prevede l’apertura del nostro caffè e ci siamo concentrati durante questi cinque anni per poter realizzare questo progetto. Per questo motivo, non abbiamo mai valutato la possibilità di tornare in Italia nel breve termine. Tuttavia, non escludiamo la possibilità di tornare in futuro, anche se al momento non abbiamo un piano preciso in tal senso.”
Sei tornato a Napoli per festeggiare lo scudetto. Quali emozioni hai provato?
“La vittoria dello scudetto del Napoli è stata un momento indimenticabile per me, che mi ha emozionato profondamente. È stato strano, perché essendo passati molti anni dall’ultimo trionfo, non siamo più abituati a questo tipo di successi e non ci si rende subito conto della loro grandezza. Ma quando ho visto la squadra sollevare il trofeo, ho provato una gioia immensa, una soddisfazione che mi ha riempito il cuore.
Essere tifoso del Napoli fin da quando ero piccolo mi ha fatto apprezzare ancora di più questa vittoria, perché è una passione che mi accompagna da sempre. Condividere questo momento con amici e parenti è stato bellissimo, un’esperienza unica che ci ha unito ancora di più.
E poi c’è il fatto di essere napoletano, di sentire dentro di me l’amore per la mia città e la mia cultura. Vedere Piazza del Plebiscito invasa dalla folla in festa, con le bandiere azzurre che sventolavano orgogliose, mi ha fatto sentire parte di una grande famiglia, quella dei napoletani che hanno sempre creduto nella loro squadra del cuore. È stata una grande emozione, una sensazione di appartenenza che mi ha reso fiero di essere napoletano e di avere il Napoli nel cuore.”
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