Si sono incrociati in tribunale, per la prima volta, i genitori di Ugo Russo, il ragazzino di 15 anni ucciso da un carabiniere fuori servizio, e lo stesso carnefice. L’incontro è avvenuto martedì 23 presso il Tribunale di Napoli. “Mi sono sentita male nel vederlo, è stato un giustiziere” ha dichiarato Sara, la madre del giovane Ugo Russo.
Il carabiniere è stato rinviato a giudizio per omicidio volontario e sarà processato in Corte di Assise. Intanto, i genitori e il Comitato Verità e Giustizia continuano a chiedere il massimo della pena per l’agente delle forze dell’ordine.
Ugo Russo, omicidio o legittima difesa
“Mio figlio – commenta Vincenzo Russo, papà di Ugo – non era il ragazzo di quella sera. Questo non vuol dire che non stava sbagliando. Ho sempre ribadito che Ugo quella sera stesse sbagliando. Ricordo però le parole di Ilaria Cucchi. Chi racconta dell’errore di mio figlio lo fa per distogliere lo sguardo dal vero problema, ovvero l’atto dell’omicidio“.
Omicidio, è di questo che si tratta. La legittima difesa invocata dal legale del carabiniere infatti non sorregge. La difesa deve essere proporzionata all’offesa. Nel caso di quella triste vicenda del 29 febbraio 2020 è stato un attacco ingiustificato. Tre proiettili, uno alla spalla, uno allo sterno e uno al cranio non possono in nessun modo essere considerati alla stregua di una pistola finta e pur ammettendo che il carabiniere non si fosse reso conto della falsa arma (su cui si cono molti dubbi essendo un carabiniere), l’assassino ha colpito la vittima quando questa era ormai lontana.
Polemiche social
Il ragazzo, Ugo Russo, ha sbagliato, su questo non c’è dubbio come confermato dal padre tante volte. Il tentativo di rapina attesta che il 15enne non era sulla retta via. Questo però non significa che il ragazzo avrebbe necessariamente intrapreso quella strada. Ed è a questo che dovrebbe pensare i tanti che commentano “Io sto con il carabiniere“, “Era un delinquente“.
Ugo Russo è nato e cresciuto nei Quartieri Spagnoli ma non tra i vicoli che conosciamo oggi pieni zeppi di turisti, in una epoca dove il rilancio stava solo gettando le sue basi. I Quartieri Spagnoli, nonostante siano diventati ormai un punto di riferimento per napoletani e turisti, restano un luogo difficile in cui crescere e dove intraprendere la giusta direzione non è cosa semplice. Ed è proprio su questo punto che dovrebbero lavorare le istituzioni cercando di sostenere questi ragazzi e che invece troppo spesso sono abbandonati al destino. Quello stesso destino che è toccato ad Ugo.