Come recita un famoso striscione al Corso Umberto di Napoli: “’E’ Succies”! (è accaduto), è tutto vero e vi prego non svegliateci. 33 anni sono passati dall’ultimo Scudetto azzurro, un’attesa infinita. Emozioni forti che si stanno provando in questo periodo che ogni napoletano e non solo porterà sempre nel cuore. Nella città di Pulcinella dove ciò che accade è oggetto di critica, il dramma stavolta non si è consumato. La festa è iniziata e proseguirà ancora per molto tempo. “Il miracolo” del terzo Scudetto partenopeo si è manifestato. Un popolo felice ed orgoglioso affolla le strade e grida al mondo intero tutta la sua gioia.

Scudetto Napoli: l’era ADL

Dopo tutto questo è giusto fare delle considerazioni. Tra le mille contraddizioni che la città vive ogni giorno, la Società Sportiva Calcio Napoli è un fiore all’occhiello. Infatti, dopo il periodo del fallimento e il percorso della rinascita partendo dalla serie C, passando per la B ed arrivando fino alla massima serie, la crescita del Napoli negli anni è stata costante. Grazie al frutto di una programmazione oculata, attenti alle spese folli, si è riusciti ad allestire una squadra forte e competitiva. Nonostante il calcio va in tutt’altra direzione, dove fondi e sceicchi la fanno da padrona. Il Napoli rappresenta una realtà giusta e onesta. In questo contesto descritto è maturata la vittoria azzurra, che taglia i conti con il passato e si appresta a vivere una nuova stagione.

I primi due Scudetti

Nei primi due scudetti della storia del Napoli la presenza del più forte giocatore di tutti i tempi Diego Armando Maradona fu determinate. Nel 1987, anno del primo trionfo azzurro, una forza politica del Mezzogiorno, alle prese con una grave situazione sociale post terremoto, cercò di risollevare le sorti della città partenopea. L’acquisto del campione argentino, divenuto simbolo del riscatto sociale, ebbe i suoi frutti. Diego riuscì a competere con il potere economico dell’industria del Nord e centrò l’impresa di portare all’ombra del Vesuvio il primo titolo di campione d’Italia. Stessa sorte accadde nel 1990 ma questa volta l’antagonista fu il gruppo Fininvest di Silvio Berlusconi. Il Milan degli invincibili, composto dal tridente olandese (Gullit, Rijkaard e Van Basten) si arrese ad un Napoli strepitoso capitanato dal Pibe de Oro, che in un finale di campionato rocambolesco, trascinò gli azzurri alla vittoria per l’ultima volta.  

Da li il buio, fino al terzo Scudetto che apre un nuovo capitolo del calcio napoletano. Gli azzurri di Spalletti vincono il loro campionato con largo anticipo e dimostrano una netta superiorità. Lo scudetto della consacrazione lo definirei, consapevoli di essere una realtà forte e vincente con un futuro importante davanti a sé. Il nostro grazie va ai ragazzi della squadra, a mister Spalletti, che finalmente è riuscito a raggiungere ciò che merita per la sua meravigliosa carriera. Al ds Giuntoli che con il mercato nella sessione estiva ha saputo rimpiazzare i senatori della squadra andati via. Al presidente De Laurentis, che nonostante le critiche è andato sempre per la sua strada con ambizione e facendo quadrare i bilanci societari.

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