Il Montecalvario è fresco vincitore campionato di Terza Categoria Campana. La dirigenza è ovviamente fiera dei risultati ottenuti sul campo, tuttavia il vero scopo del club si inserisce in un progetto di riqualificazione e tutoraggio del territorio. A tal fine, è necessario l’ottenimento di fondi comunali che permettano una più larga ed agevole partecipazione alla vita societaria, soprattutto di ragazzi di età compresa tra i 10 e i 15 anni che, in una realtà come quella dei Quartieri Spagnoli, rischiano di avvicinarsi alla delinquenza. Lo sport può salvare la vita quando ha una funzione integrativa ed è finalizzato a togliere i ragazzi dalla strada. Il Montecalvario vuole essere un sostegno ed un contrasto alla dispersione scolastica.
Il direttore generale Antonio Cafasso, insieme a Geppy D’Amato, direttore sportivo e, soprattutto, Raffaele Valentino, presidente del Montecalvario, cerca di implementare il dialogo con le istituzioni al fine di realizzare un progetto sociale, in cui vi sia accessibilità gratuita e che funga anche da doposcuola ludico e formativo. Eventuali traguardi sportivi, per quanto ricercati con impegno, sono secondari rispetto alla funzione primaria della società: educare i ragazzi dei Quartieri Spagnoli attraverso il calcio.
Quartieri Spagnoli, una periferia nel cuore di Napoli
Lo sport e le istituzioni sono fondamentali soprattutto in un contesto come quello dei Quartieri Spagnoli, realtà pittoresca e affascinante nei suoi colori e profumi in cui, però, è facile imbattersi in situazioni sociali precarie che richiamano i ragazzi verso la malavita, allontanandoli, invece, dai contesti più consoni e sani per un corretto sviluppo educativo e culturale.
La realtà dei Quartieri Spagnoli va perciò monitorata e salvaguardata, alla stregua di un quartiere periferico, poiché presenta innumerevoli possibilità di dispersione per la gioventù partenopea.
Chi è Antonio Cafasso?
Antonio Cafasso non è solo il direttore generale del Montecalvario. Ne è una sorta di portavoce con le istituzioni. Ha una lunga carriera calcistica alle spalle, disputata in Italia e in Belgio, ed in questo contesto ha potuto espandere i propri orizzonti culturali e ciò lo ha spinto ad essere molto impegnato nel sociale. Importante è il suo lavoro presso l‘istituto per non vedenti Paolo Colosimo. Il suo passato da giocatore e il suo spirito caritatevole lo hanno spinto ad abbracciare il progetto Montecalvario.
Cafasso sul Montecalvario: «siamo degli “ex scugnizzi” che sfidano il territorio»
Ci spiega Cafasso che lui, Raffaele Valentino e Geppy D’Amato, per quanto abbiano avuto una buona storia calcistica alle spalle, si considerano ancora degli scugnizzi cresciuti nei Quartieri Spagnoli. “Ci siamo dovuti fare da soli. Volevamo evitare le cattive strade ed abbiamo riscosso, in maniera diversa, un buon successo nel mondo del calcio.”
Sulla nascita del progetto, il dg prosegue dicendo che “La squadra Montecalvario esisteva in passato, ma era abbandonata al suo destino, da qua nasce l’impegno per riportarla a galla e darle uno scopo sociale di ampio respiro. Un ragazzo che viene dai Quartieri deve faticare il triplo, rispetto a chi viene da una realtà più agiata. L’obiettivo è offrire una vetrina importante ad un ragazzo che covi il sogno di diventare un calciatore, e garantire ciò che noi non abbiamo avuto in gioventù. Per far ciò è necessaria una categoria juniores e, perciò, abbiamo bisogno che il Comune ci sostenga poiché, attualmente, l’unica fonte di sostentamento è l’autofinanziamento, oltre che gli sponsor. Siccome molte famiglie non si possono permettere di pagare una scuola calcio, vogliamo poter garantire una fruizione gratuita nell’ottica di sostentamento alla realtà giovanile.“