Gonzalo Higuain

Il momento di dire basta è arrivato anche per lui. Gonzalo Gerardo Higuain si ritirerà dal calcio al termine della stagione di MLS, a 35 anni. Lo stesso Pipita ha annunciato l’addio, scoppiando in lacrime nella sala stampa della sua Inter Miami. Uno dei giocatori più forti ed influenti mai scesi in campo al “fu” San Paolo in maglia azzurra, appende le scarpe al chiodo. Higuain significa tanto per i napoletani, e nel bene e nel male ha lasciato un segno indelebile. Un argentino in maglia azzurra, amato follemente da tutto il tifo partenopeo, considerato da tutti uno dei migliori centravanti della sua generazione. Eccellente finalizzatore, sapeva rendersi utile anche nell’impostazione. Maradona, che lo lanciò nell’Albiceleste in vista dei Mondiali 2010, vedeva nel Pipita un giocatore in grado di coniugare le caratteristiche di Crespo e Batistuta. Tuttavia, fu spesso tradito in carriera dal suo temperamento e dalla forte emotività. Il suo nome è scolpito nella storia della Serie A, per il record di 36 goal segnati in una singola stagione (condiviso con Ciro Immobile) raggiunto nel campionato 2015/16. In carriera ha vestito le maglie del River Plate, del Real Madrid, del Napoli, della Juventus, del Milan e del Chelsea.

Il suo passaggio alla Juventus nell’estate del 2016 resta forse la ferita più bruciante, indimenticabile ed insanabile nel cuore dei tifosi del Napoli, forse anche più dello “scudetto perso in albergo“.

L’arrivo di Higuain a Napoli

Nel 2013 il Napoli termina la stagione al secondo posto alle spalle della Juventus. Gli artefici principali di quella qualificazione diretta alla Champions League sono sicuri partenti: l’allenatore Mazzarri passa all’Inter mentre Cavani raggiunge Lavezzi al PSG. Il Matador, reduce da una stagione maiuscola nella quale diviene, con 29 goal il capocannoniere della Serie A, lascia nelle casse del Napoli i 64 milioni versati dalla squadra parigina. Lo sconforto dei tifosi è tanto, ma quell’incasso è fondamentale per il progetto di De Laurentiis di rendere gli Azzurri una squadra di caratura europea. Il nuovo mister, il titolato Benitez non ha dubbi: il centravanti perfetto è quello in uscita dal Real Madrid. Il Pipita Higuain arriva per 37 milioni firmando un contratto quinquennale da quasi 6 milioni, insieme ai nazionali spagnoli Reina, Albiol e Callejon, ed al belga Mertens. L’arrivo dell’argentino è accolto dall’entusiasmo generale della piazza. Un mare di folla lo attende all’aeroporto di Fiumicino. Raggiunge poi i nuovi compagni a Dimaro, dove per tutta la notte, sotto il balcone della sua stanza, i tifosi cantano il suo nome.

Presentazione in azzurro

Gonzalo viene presentato al San Paolo nell’amichevole contro il Galatasaray, individuato da tutti come la punta di diamante del nuovo Napoli di Benitez. L’allenatore ex Liverpool, Inter e Chelsea ha intenzione di affidargli le chiavi di un attacco che con Insigne, Hamsik e Callejon alle spalle appare tra i migliori d’Europa. La presentazione ufficiale nella sala stampa di Castelvolturno avviene più avanti, dove mostra la maglia numero 9.

Ho deciso di venire a Napoli dopo aver riflettuto a lungo. Hanno influenzato la scelta anche l’arrivo dei miei compagni del Real Madrid (Albiol e Callejon), ma anche la presenza di Benitez e soprattutto l’incontro con De Laurentiis. C’è un progetto importante, è un’ottima squadra e per me è una grande sfida. Ovviamente tutti mi parlano di Maradona. I tifosi sono persone affettuose ed aperte, pronte ad accorrere allo stadio anche solo per un’amichevole. Spero di ripagare la fiducia di tutti.” Queste le prime parole dell’argentino alle telecamere.

I primi goal e successi con il Napoli

Higuain esordisce in Serie A il 25 agosto, nel 3-0 secco rifilato al Bologna. Il primo goal arriva alla seconda gara di campionato, a Verona contro il Chievo, partita che rischia di saltare per un incidente sugli scogli di Capri che gli costa 8 punti sul viso. Il Napoli è in vantaggio per 3-2 ed il pipita chiude la partita al 70′. Scambia la palla con Insigne, che glie la restituisce in profondità; quindi resiste all’uscita di Puggioni, appoggia in rete e corre ad esultare. La telecamera si sofferma sul vistoso cerotto che Gonzalo porta sul mento. Qualche punto non avrebbe fermato la sua fame di goal. Segna 17 reti in campionato contribuendo al raggiungimento del terzo posto alle spalle di Juventus e Roma.

Va a segno anche 4 volte in Champions, in un “girone della morte” con i vicecampioni del Borussia Dortmund, Arsenal e Marsiglia. I tifosi si stringono intorno a lui quando al termine della vittoria contro l’Arsenal scoppia in lacrime, laddove 12 punti furono clamorosamente insufficienti a passare il turno. “Mi dispiace molto. La squadra è stata fantastica in un girone tanto difficile. Vincere 4 partite su 6 ed andare fuori con 12 punti è incredibile, credo non sia mai successo.” Quelle lacrime furono la dimostrazione della fragilità dell’attaccante, caratteristica destinata a pesare sulla sua carriera.

Al termine della stagione festeggia con i compagni la Coppa Italia vinta in finale contro la Fiorentina, in una notte che viene tristemente ricordata per scontri tra tifosi che portarono alla morte di Ciro Esposito.

Trionfi e cadute

Higuain torna in azzurro dopo la sconfitta nella finale dei Mondiali in Brasile della sua Argentina contro la Germania. Nell’occasione fallisce una nitida occasione dinnanzi a Neuer su regalo della retroguardia tedesca. Si vede anche annullare un goal, toccando in netto fuorigioco il pallone sul suggerimento del Pocho Lavezzi dalla fascia destra. Forse in un universo parallelo Gonzalo è stato tenuto in gioco da Lahm, ed una romantica coppia di argentini “partenopei” ha regalato il Mondiale all’Albiceleste

La stagione 2014/15 è altalenante. Il Napoli va immediatamente fuori dalla Champions nello spareggio con l’Atletich Bilbao. Il Pipita segna 29 goal, ed alcuni sono decisivi, come la doppietta nella finale di Supercoppa Italiana vinta poi ai rigori contro la Juventus.

Non è tuttavia capace di andare a segno contro il Dnipro in semifinale di Europa League e gli azzurri sono eliminati quando sono ad un passo dalla finalissima di Baku. In campionato il Napoli alterna vittorie convincenti a preoccupanti sconfitte, come quella rimediata in casa dello spettacolare Empoli di Maurizio Sarri. All’ultima di campionato, Higuain rimonta lo svantaggio con la Lazio con una doppietta; sbaglia poi il rigore che avrebbe significato il sorpasso, e il Napoli viene travolto perdendo 4-2, scivolando al quinto posto, lontano dalla Champions. Benitez lascia la squadra, direzione Real Madrid ed il futuro del Pipita appare incerto.

Intanto, l’Argentina perde la finale di Copa America 2015 contro il Cile, con Higuain che sbaglia ancora il suo tiro dal dischetto, contribuendo alla sconfitta.

L’anno della consacrazione a Napoli

Nel corso di un’estate turbolenta, De Laurentiis decide di affidare proprio a Sarri, il vecchio amante di libri sigarette, la panchina del Napoli. Dopo un lungo tira e molla, il tecnico fiorentino ex Empoli convince l’argentino a restare in azzurro, illustrandogli il suo stile di gioco basato su tocchi di prima, che avrebbe certamente favorito le sue doti realizzative. Il risultato è devastante. L’affinità di Higuain con i compagni di squadra è evidente come mai prima d’ora. L’argentino segna in continuazione e da tutte le posizioni. Il Napoli si trova contro ogni previsione primo in classifica dopo la vittoria casalinga contro l’Inter di Mancini.

La rabbia con cui Higuain disintegra la retroguardia nerazzurra è la dimostrazione della sua maturazione definitiva. I tifosi sono in visibilio e cantano forte il suo nome. Dalla Curva B parte un coro destinato a diventare leggendario:

Un giorno all’improvviso mi innamorai di te! Il cuore mi batteva, non chiedermi perché!

Higuain si erge a capopopolo ed al termine di ogni partita inizia a cantare e saltare sotto la curva insieme ai tifosi che vedono in lui l’uomo che può condurli al tanto agognato scudetto. “Sognare è lecito.” è la frase che il Pipita ripete in più occasioni alle telecamere.

Il Napoli, campione d’inverno, si vedrà tuttavia sorpassare dalla Juventus il 13 febbraio, quando nella supersfida di Torino la leggera deviazione di Albiol rende imparabile il sinistro da fuori di Zaza. Gli Azzurri salutano definitivamente la corsa al titolo nella disfatta del 3 aprile di Udine, dove Higuain si vede sventolare in faccia il cartellino rosso da parte dell’arbitro Irrati. Il Pipita è una furia e servono tutti i compagni per calmarlo e farlo uscire dal campo. Le tre giornate di squalifica vengono ridotte a due, ma il treno per lo scudetto è ormai andato.

Il record di 36 goal in Serie A

All’ultima giornata di campionato, con la Juve già campione d’Italia, il Napoli può solo concentrarsi sul blindare l’accesso diretto alla Champions. Bisogna vincere contro il Frosinone per tenere a distanza la Roma di Spalletti. Anche Higuain ha un obiettivo, però. Viaggia a quota 33 goal e gliene mancano 3 per superare lo storico record del milanista Nordahl, saldo dal 1950. La gara inizia, ed anche complice l’espulsione al 13′ di Gori, è subito chiaro che c’è una sola squadra in campo. I ciociari tengono fino al 44′, quando Higuain gira ad Hamsik il cross basso di Ghoulam: lo slovacco segna da pochi passi. Ma è nella ripresa che il calcio ed il cinema si incontrano.

Al 52′ Allan penetra in area, si lascia alle spalle 3 avversari, raggiunge il fondo e serve Higuain, che insacca di prima. A -1 da Nordahl.

Minuto 62, ancora Allan serve sulla fascia Hysaj che di prima la mette raso terra al centro per HIGUAIN! Doppietta e Nordhal raggiunto.

Arriva finalmente il momento da cineteca che un napoletano non può dimenticare. Minuto 71: Mertens dal vertice sinistro dell’area ciociara finta di sinistro dinnanzi ad un avversario e scatta sul destro; due tocchi verso il centro ed alza lievemente la sfera verso il dischetto di rigore; qui trova Higuain, che se la alza col petto e, come il miglior Rivaldo, esegue una sforbiciata volante. La meteora si abbatte sotto la traversa. Sugli spalti i tifosi sono in lacrime.

NON E’ VERO! NON E’ VERO!” esclama Lele Adani incredulo dalla postazione TV. Il cronista Maurizio Compagnoni rischia di perdere la voce quando annuncia: “36! NESSUNO COME LUI!Higuain allarga le braccia dalla ed esplode di felicità venendo sommerso dai compagni e dalla bolgia del San Paolo.

Adani ancora non crede ai suoi occhi: “Ma non è mica vero! Impossibile così! Il trentaseiesimo così?! La tripletta con questa giocata!? Ditemi che è un copione…!” “Ma questo è un film!” conclude Compagnoni. Invece era tutto vero: Higuain era il nuovo Re di Napoli.

Grazie di tutto, Pipita

Vogliamo raccontare questo di Higuain, il giorno in cui annuncia l’addio al calcio. Di quella notte che segnerà la sua ultima presenza con la maglia del Napoli. Fingiamo per un attimo che sia questa, la fine della storia, con Gonzalo col pallone tra le mani sotto la Curva B, in uno stadio in visibilio sotto la pioggia battente. Dimentichiamoci di tutto il resto. Dimentichiamo di quel tradimento in estate, delle visite mediche svolte di nascosto a Madrid, del passaggio alla Juve, dei tanti goal segnati contro la sua ex squadra, in faccia ai tifosi che tanto l’avevano amato. Dimentichiamo di quel dito puntato contro la tribuna d’onore in cerca di De Laurentiis al grido di “Es tu culpa!

Non pensiamo ai retroscena raccontati da De Laurentiis che tanto fecero imbufalire i tifosi, e nemmeno quel maledetto goal del definitivo 3-2 all’Inter che tagliò le gambe al Napoli nella stagione dei 91 punti, inutili per vincere lo scudetto. Dimentichiamoci di quando i tifosi partenopei nominarono il nuovo “Core ingrato” dopo Altafini.

Oggi vogliamo ricordare di quel campione che scrisse la storia del calcio italiano battendo il pugno sulla maglia azzurra con la N. Ricordiamo di quella notte in cui il giocatore più forte della Serie A segnava ed esultava per il Napoli.

Perché caro Gonzalo, tutto quell’odio, le maglie bruciate, gli striscioni, gli sfottò e i fischi assordanti venivano dal cuore di chi aveva davvero amato.

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