La Corte costituzionale ha deciso, ai nuovi nascituri potrà essere affidato il cognome della madre e non solo del padre. Quella di ieri è stata una svolta storica che riduce drasticamente il maschilismo di questo paese. In altri paesi europei, e non solo, esiste il doppio cognome. Finalmente si è adeguata anche l’Italia.
L’articolo 262 del codice civile, che negava la possibilità ai neonati di assumere il cognome della madre, ha fatto marcia indietro. La parità di genere passa anche attraverso questi eventi. La Corte spiega quindi che d’ora in avanti: “La regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori, resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico”.
Cognome della madre ai figli: evoluzione
Il caso trae origine da un neonato di una coppia lucana. In un primo momento la coppia si è rivolta ai magistrati del tribunale di Lagonegro chiedendo che fosse consentita la possibilità di attribuire al terzo figlio il solo cognome materno, lo stesso dei due fratelli nati quando la coppia stessa non era ancora sposata e che avevano il solo cognome materno. Ma Lagonegro respinge la richiesta e la decisione viene impugnata davanti alla Corte di Appello di Potenza che il 12 novembre 2021 invia alla Consulta l’eccezione di costituzionalità.
La Consulta a sua volta ha sul tavolo anche il caso della coppia di Bolzano che voleva dare al figlio, nato fuori dal matrimonio, il cognome materno perché, in tedesco, suonava molto meglio di quello del padre. I giudici hanno deciso di sollevare davanti a se stessa la questione di costituzionalità sulla norma del codice civile. Fino a oggi ha bloccato la possibilità, per una donna, di dare a suo figlio il proprio nome.