Novak Djokovic è il tennista numero 1 al mondo ed uno dei più forti di tutta la storia di questo fantastico sport. Questo però non è bastato per poter partecipare al torneo di Wimbledon, il più importante tra i grandi Slam del gioco e che lo ha costretto a ritrovare un rifugio sicuro nel Monastero di Ostrog, luogo di culto del Montenegro. Già, perchè Novak, o Nole se preferite, ha cercato di entrare in Australia senza nessuna vaccinazione da covid. Il gigantesco stato oceanico è famoso per le sue regole ferree da cui è scaturito anche un noto programma televisivo. Il trattamento riservato al numero 1 al mondo è sembrato però davvero fuori luogo e privo di ogni logica.
Il campione del mondo è stato infatti trattato come l’ultimo degli arrivati, e non in senso sportivo, ma a livello umano. Uno sportivo del suo calibro obbligato a trascorrere giornate in pensioni per rifugiati e prendendo parte ad estenuanti interrogatori che ne hanno causato l’allontanamento dall’Australia.
L’opinione pubblica è contrastante circa la storia di Nole e del torneo di Wimbledon. Come per tanti altri aspetti c’è una grande divisione. Da un lato chi sostiene che è stato giusto così, anche il trattamento perché il campione del mondo sicuramente sapeva a cosa andava incontro. Dall’altro lato invece chi si sente ferito dal modo in cui è stato trattato Nole. Tra questi ultimi c’è anche Vittorio Sgarbi che ha così scritto sulla propria pagina facebook: “Ho letto moltissimi commenti di moltissimi personaggi che dicono che Novak Djokovic è un pessimo esempio per i giovani. Confermo. Non fuma, non beve, non si droga, è vegano, non va a puttane, non fa risse, si allena dalla mattina alla sera, fa beneficenza, è credente, si prende cura della famiglia. Mi auguro che i giovani stiano lontani da questo personaggio pericoloso per la Società e non lo imitino in nulla di tutto ciò.“