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La gestione del calciomercato da parte del Napoli in questa sessione è stata a dir poco disastrosa e offensiva nei confronti dei tifosi. Dopo la dolorosa cessione di Khvicha Kvaratskhelia, i partenopei hanno inseguito invano giocatori di alto profilo come Chiesa, Garnacho, Adeyemi, e Comuzzo, nel tentativo vano di operare colpi “non stile Napoli“, dal coefficiente realizzativo proibitivo, specialmente per le meccaniche della sessione appena conclusasi. La sostanza è che gli azzurri escono dal mercato di gennaio senza concludere nessuna operazione di rilievo, lasciando una squadra addirittura accorciata e indebolita. Grida vendetta il difensore non preso, con Rafa Marin che viene a forza reintegrato nelle gerarchie dell’allenatore.

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Se si va a guardare ruolo per ruolo, Billing è meno forte di Folorunsho, Hasa è sicuramente meno pronto di Zerbin, Scuffet è meno affidabile di Caprile. Sul paragone tra Okafor e Kvaratskhelia preferiamo glissare. Si potrebbe obiettare che i giocatori partenti erano ai margini del progetto Conte. Eppure di tanto in tanto essi subentravano, dando respiro ai titolari. Ebbene, in 3 settimane dal suo arrivo Billing, su cui si è puntato dopo che il Chelsea ha chiesto 20 milioni per il cartellino del giovane di prospettiva Casedei (cifra ritenuta eccessiva dal Napoli), non ha mai rilevato Anguissa dal campo. Ci si chiede se l’ex Bournemouth abbia realmente ricevuto l’avallo di Conte.

foto: Pianeta Napoli

Un Mercato che ricorda spaventosamente il Napoli del 2018

In realtà le due situazioni sono imparagonabili nelle intenzioni, ma solo nei risultati. L’immobilismo che è scaturito dalla gestione del mercato, ricorda spaventosamente il gennaio del 2018, quando il Napoli di Sarri lottava per lo Scudetto e la società non riuscì a fornire i rinforzi necessari, limitandosi all’acquisto di Zinedine Machach, un giocatore mai realmente entrato nelle rotazioni della squadra.

Hrvoje Milić fu un altro “acquisto“, svincolatosi dall’Olimpiakos, il croato venne a Napoli letteralmente “per fare numero”, dato che nei soli 4 mesi passati in azzurro non ha giocato neanche una partita ufficiale per poi restare nuovamente svincolato a fine stagione. Lo si ricorda solo perché compare davanti a tutti nella foto dopo la vittoria con la Juve a Torino dopo il goal di Koulibaly.

Napoli, dopo il mercato la coperta è spaventosamente corta per una squadra che punta allo scudetto

In questo scenario, quando il Napoli ha la concreta chance di giocarsi lo scudetto, gli unici cambi che Conte si sente di poter fare a partita in corso sono Mazzocchi e Simeone. Con Atalanta e Juve è andata bene, con la Roma l’esterno di Barra si è perso Angelino, che ha trovato il goal del pareggio al 92esimo, impedendo al Napoli di allungare sull’Inter. Di volta in volta vengono alternati Ngonge e Raspadori. Nel complesso ad oggi, infortuni a parte il Napoli può contare su 15 giocatori al massimo. Una buona notizia il rientro di Buongiorno, che con la Roma era in panchina.

foto: Mondo Napoli

Napoli, non ci voleva di certo la sfera di cristallo, per comprendere che sarebbe stato difficile portare in azzurro certi nomi a gennaio

L’errore, se possibile, sta a monte: come ammesso dallo stesso tecnico salentino, la colpa di Conte è stata “sopravvalutare” il peso della sua figura, nella vicenda Kvaratskhelia. Tornando indietro, appare chiaro che il georgiano sarebbe dovuto essere venduto già nella sessione estiva, insieme ad Osimhen. Il che avrebbe di certo accorciato le certezze del gruppo squadra, ma allo stesso tempo avrebbe dato un maggiore spazio di manovra a Conte nel costruire la squadra.

  • Chiesa rincorso anche in estate aveva parlato chiaro: non c’è mai stata intenzione di ridursi l’ingaggio. In gennaio, nonostante la NON stagione disputata finora, che gli costerà, almeno in tempi brevi, la Nazionale, ha fugato l’ipotesi prestito: la volontà dell’ex Juve e Fiorentina è di restare a Liverpool, a vincere la Premier anche se da totale comprimario.
  • L’apertura di Garnacho, che sembrava il prediletto di Conte, c’era effettivamente stata: Manna aveva incontrato gli agenti dell’Argentino a Barcellona. Tuttavia l’affare che sembrava in dirittura d’arrivo è sfumato sia per le prevedibili cifre astronomiche richieste dal Manchester United, sia per l’ingaggio da 5 milioni annui richiesti dall’entourage dell’atleta.
  • Il Borussia aveva aperto alla cessione di Adeyemi, che però è rimasto coerente sulla sua volontà di non sposare il Napoli a gennaio.
  • Sfumato Danilo, il Napoli ci ha provato con Comuzzo, classe 2005 che nelle gerarchie di Palladino, alla Fiorentina ha scavalcato Pongracic: prevedibilmente, la viola non ha voluto privarsi del suo centrale titolare dalle grandi prospettive, per una cifra non inferiore a 40 milioni.

Da citare anche Kulusevski e Zhegrova, le cui trattative non sono mai decollate: rispettivamente Tottenham e Lille hanno rifiutato la cessione a gennaio. Skriniar era già noto a Conte, ma quest’ultimo, similmente a Chiesa, non ha manifestato la volontà di ridursi l’ingaggio. Si è poi accasato al Fenerbache di Mourinho.

Obiettivi di mercato sfuggiti e occasioni perse

Il Napoli ha lasciato scappare giocatori che avrebbero potuto essere fondamentali. Innanzitutto va detto che il figliuol prodigo Elmas, su cui sembrava che Conte avrebbe puntato, non è stato preso in considerazione per un ritorno a Napoli. Il jolly dello scudetto di Spalletti, terzo marcatore nella cavalcata del 2023, apprezzato per la sua duttilità si è infine accasato al Torino.

Ai granata ci è finito anche il giovane di prospettiva Cesare Casadei, il cui ingaggio era considerato troppo esoso per le casse azzurre; al Toro anche Biraghi, che era stato considerato prima del reintegro di Spinazzola tra i titolari.

foto: La gazzetta dello sport

Dorgu è passato dal Lecce al stato Manchester United, laddove si riteneva che l’immobilismo del Napoli sull’esterno danese, avrebbe agevolato il passaggio in azzurro di Garnacho, cosa che ovviamente non si è rivelata tale. Dorgu è un grande rammarico, perché al pari di Elmas, ha la capacità di svolgere svariati ruoli tra cui terzino, esterno di centrocampo ed ala d’attacco.

foto: BBC

Anche Ndoye, che sarebbe stato un ottimo vice-Politano è rimasto al Bologna. Questi nomi non avrebbero certamente infiammato le avrebbero potuto elevare la qualità della squadra.

Danilo e l’incapacitá di reazione del Napoli sul mercato

L’affare Danilo, merita un capitolo a parte. In rotta alla Juve con l’allenatore Thiago Motta, e dato per certo da settimane al Napoli, dopo il forcing dei bianconeri per far slittare il più possibile la risoluzione contrattuale, ha poi preferito andare in Brasile, al Flamengo per motivi familiari. Glissiamo sul comportamento dell’esperto difensore verdeoro, ma il Napoli non aveva pronte alternative, confermando l’incompetenza della dirigenza. Da qui l’affondo su Comuzzo che prevedibilmente si è rivelato improponibile, almeno nella sessione attuale di mercato.

Foto: goal.com

Il Caso Saint-Maximin e il ripiego del Napoli su Okafor con Rafa Marin reintegrato “per mancanza di alternative

Alla luce di quanto enunciato finora, l’ennesima magra figura fatta dal club nella vicenda che non ha portato in azzurro nemmeno Saint-Maximin è solo la punta di un iceberg. Il francese ex Nizza e Newcastle, è infatti intrappolato nei meccanismi di mercato tra l’Al Ahli, che ne detiene il cartellino e il Fenerbahçe, la squadra turca allenata da Mourinho che lo tiene in prestito. Il Napoli ha poi ripiegato su Noah Okafor, un acquisto che sembra utile solo per riempire la rosa, mentre il Milan, liberando uno slot, ha potuto tesserare João Félix.

Svanite le opzioni Danilo e Comuzzo, inoltre, Conte dovrà “accontentarsi” di Rafa Marin, prospetto voluto in estate, ma su cui non è stato mai fatto affidamento da inizio stagione. Non a caso, il tecnico ha citato anche il difensore andaluso in conferenza stampa pre-roma.

A Conte il compito di “friggere il pesce con l’acqua” per puntare allo scudetto nonostante questo mercato

Questo mercato è stato gestito in maniera approssimativa e irrispettosa, lasciando i tifosi con un senso di impotenza e frustrazione. Il Napoli meritava di più, ma la realtà è che la società ha deluso ancora una volta.

foto: La Gazzetta dello Sport

Ora la parola passa ad Antonio Conte. Fermo restando che sostituire uno come Kvaratskhelia a gennaio era difficile, ma in realtà agli azzurri sarebbe bastato puntellare. Un mercato di gennaio in cui il Napoli arriva addirittura ad indebolirsi, in un’annata in cui c’è la concreta possibilità di puntare allo scudetto è difficile da accettare. Certamente i soldi incassati da Kvara e quelli che verranno presi da Osimhen verranno reinvestiti a giugno, ma è un peccato mettere a repentaglio il finale di questa stagione. L’anno prossimo, il Napoli avrà probabilmente anche la Champions, a cui pensare, e non c’è garanzia che Juve, Milan e Roma non si rifacciano avanti nella lotta al vertice.

Conte però non si accontenta di certo dei secondi posti. Al tecnico Salentino il compito di “friggere il pesce con l’acqua” per provare a fare quello che ad oggi sembra un vero e proprio miracolo.

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