Capodichino

Foto di Fatti di Napoletani Perbene

A Capodichino si è tenuta una notte di festa per il ritorno del Napoli dalla vittoriosa trasferta a Bergamo contro l’Atalanta. L’esterno dell’aeroporto di Capodichino era pieno di tifosi sin dall’1.00, così come era accaduto già venerdì pomeriggio prima della partenza. L’aereo con la squadra è atterrato a Napoli tra le 2.10 e le 2.15. Poi alle 2.45 l’uscita del bus azzurro dallo scalo nel tripudio generale, tra cori, fumogeni, fuochi d’artificio e bandiere al vento.

Le forze dell’ordine hanno avuto molto da fare per riuscire a far passare il pullman tra ali di folla. La stessa che ha ostacolato una situazione di urgenza purtroppo passata in secondo piano. L’altra Napoli, così viene menzionata sulla pagina di Fatti Di Napoletani perbene che mettono in luce una situazione di disagio che ha avuto luogo quella stessa notte.

La segnalazione per la folla che ha accolto il Napoli a Capodichino

“Questa notte anche io mi sono ritrovata tra i “festeggiamenti” a Capodichino, ma per un altra motivazione. Stavo cercando di raggiungere l aeroporto per andare a prelevare un fegato ai fini del trapianto destinato ad un ragazzo in urgenza nazionale per un epatite fulminante. Arrivata a viale comandante Umberto Maddalena mi sono immediatamente resa conto che quello che avevo davanti non era traffico. Erano macchine ferme in attesa del pullman dei calciatori. Spente.
Sono stata “gentilmente” invitata a spegnere le sirene accese in quanto disturbavano lo spirito di festa. Per evitare ulteriori ritardi io e il mio collega siamo stati costretti ad arrivare a piedi al varco di ingresso all’ aeroporto (circa un km), portando un igloo contenente più o meno 25 litri di liquidi da perfusione. Un igloo pieno di ghiaccio ed una valigia con gli strumenti chirurgici. Alle 02.30 di notte. Con molte ore di lavoro davanti. Possibile che non ci si renda conto della gravità? Possibile che giornali come Il Mattino pubblichino articoli goliardici su quanto successo? E se sull’autoambulanza ci fosse stato un padre, una madre, uno zio, un nonno con un infarto in corso? Spiegatemi per favore, perché la mia testa ha dei grossi limiti a capire”. Queste le parole di denuncia di Federica Falaschi, l’operatrice incaricata del trasporto finalizzato al trapianto, segnalate da Fatti di Napoletani Perbene.

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