Khvicha Kvaratskhelia, arrivato a Napoli come un talento emergente, ha vissuto un percorso straordinario, con la leggendaria vittoria dello storico Scudetto di Spalletti. Il suo ciclo è tuttavia caratterizzato da successi sul campo e da una personalità che ha suscitato opinioni contrastanti tra i tifosi. Il suo trasferimento al Paris Saint-Germain per una cifra milionaria segna la fine di un capitolo importante nella storia del club partenopeo. Ma come sarà ricordato Kvaratskhelia a Napoli? Si apre il dibattito sul fatto che il georgiano sia stato un semplice mercenario di passaggio o una vera leggenda.
Gli esordi di Kvaratskhelia al Napoli: la nascita di una stella inarrestabile
Arrivato per sostituire Insigne, nello scetticismo generale, Kvaratskhelia ha immediatamente impressionato con la sua tecnica sopraffina, le giocate imprevedibili e una capacità di incidere nelle partite decisive. Il 21 agosto 2022, quel georgiano dal nome impronunciabile esordisce al Maradona in Napoli-Monza. Intorno al minuto 34, c’è un uno-due tra Lozano e Di Lorenzo, che serve Zielinski; quest’ultimo la tocca appena facendo scivolare la sfera verso il vertice dell’area di rigore sinistro, dove accorre Kvara, che si allarga evitando il pressing di Ranocchia, dopodiché giunto al limite dell’area carica il destro, anticipando l’ostruzione di Barberis; il pallone prende una familiare traiettoria a giro che tocca il secondo palo, beffando Di Gregorio.
“KVARATKHELIA! MA COME SI E’ PRESENTATO, AL MARADONA!” esclama il telecronista, mentre il lo stadio di Fuorigrotta è una bolgia. Il pensiero generale di quei fortunati è che il Napoli ha trovato un fenomeno generazionale.
Da lì è una cavalcata verso lo Scudetto, in un percorso nel quale Kvara arriva ad essere premiato come miglior giocatore dell’intero campionato di Serie A. Diventa popolare un nuovo soprannome per l’attaccante: Kvaradona. Quando gioca il Napoli c’è sempre un clima di festa, avvalorato dalla presenza immancabile dei fantastici tifosi georgiani, che puntualmente accorrevano allo stadio ad ogni partita per ammirare il loro beniamino con la maglia del Napoli. La presenza di quelle bandiere bianche con la croce rossa allo stadio Maradona era ormai un’abitudine. Kvara ha gettato le basi per un nuovo ponte: dopo quello tra Napoli e Buenos Aires c’era quello con Tbilisi.
Un carattere introverso e distante
A differenza di altre icone del Napoli come Lavezzi, Cavani, Hamsik o Mertens, Kvaratskhelia non è mai sembrato integrarsi completamente con l’ambiente partenopeo. La sua natura introversa, il distacco emotivo mostrato fuori dal campo e la scarsa interazione con i tifosi, il fatto che non abbia mai imparato l’italiano, lo hanno reso una figura difficile da amare. O meglio, tutti i Napoletani lo amavano, ma “da lontano“, come si può amare una star di Holliwood o un cantante famoso, con cui avrai probabilmente 0 interazione nella vita. Napoli, una città che vive di passione, richiede più di grandi giocate: chiede un legame emotivo che Khvicha non ha mai pienamente ricambiato.
Quel mancato rinnovo contrattuale
Il tema è complesso. Chiaramente la gestione della società dopo la vittoria dello scudetto è stata completamente sbagliata. Sta di fatto che non è vero che non sia stato offerto un adeguamento contrattuale al fenomeno georgiano, al fine di garantirgli un ingaggio degno della sua grandezza. In due stagioni e mezzo, Kvaratskhelia ha continuato a percepire 1,5 milioni, ma è anche vero che in 3 occasioni almeno, il suo agente ha rifiutato rinnovi: al termine della stagione dello scudetto, nel corso delle trattative per il rinnovo di Osimhen, e poco dopo l’approdo di Antonio Conte sulla panchina azzurra, che si era fatto assicurare la sua permanenza.
Kvaratskhelia al PSG: leggenda del Napoli o semplice mercenario
Il trasferimento al Paris Saint-Germain, in un campionato inferiore, ove Kvara andrà a percepire un ingaggio che rasenta i 10 milioni stagionali, nel bel mezzo di una stagione in cui il Napoli lotta per vincere il campionato, per molti rappresenta anche una scelta opportunistica, più che il sinonimo di una ambizione personale dell’atleta. Rispetto ai suoi predecessori, che hanno spesso privilegiato un legame duraturo con il Napoli prima di partire, Kvaratskhelia lascia con l’immagine di chi ha sfruttato il club come trampolino di lancio verso palcoscenici più grandi.
Il confronto con i grandi del passato è inevitabile. Giocatori come Cavani, Lavezzi, Insigne e Mertens non solo hanno regalato emozioni indimenticabili sul campo, ma hanno anche incarnato lo spirito di Napoli. Costoro, pur non avendo vinto niente di importante, se non la Coppa Italia, resteranno nei cuori dei tifosi in eterno. Kvaratskhelia, dal canto suo, pur avendo contribuito con il suo talento al successo, in una stagione indimenticabile nella quale insieme ad Osimhen è stato il migliore, non è mai diventato il simbolo della città o della squadra. Resta il dubbio: verrà ricordato come una leggenda per le sue gesta tecniche o come un semplice mercenario che ha fatto le valigie alla prima occasione?
L’ultima visita di Kvaratskhelia al Murale di Maradona
Il bilancio del ciclo di Kvaratskhelia a Napoli è complesso. Da un lato, i suoi numeri e il contributo tecnico sono innegabili. Dall’altro, il suo distacco emotivo e il trasferimento repentino lasciano un sapore agrodolce. In un clima nel quale diventa virale la reazione del tifoso che getta la sagoma dell’ormai ex idolo georgiano nella spazzatura, Kvara fa un gesto simbolico che descrive molto del suo personaggio. La notte prima di volare a Parigi, il georgiano si reca ai Quartieri Spagnoli, al murale di Maradona, ammirando per l’ultima volta l’icona del giocatore più forte di sempre, del quale ha raccolto la staffetta.
Quest’azione che ha strappato più di una lacrima, riapre ogni dibattito circa il reale sentimento che legava il fantasista alla città. Un po’ come quando si rompe con la propria ragazza: all’inizio c’è rabbia e frustrazione, ma poi arriva quel momento di malinconia nel quale si ricordano solo i momenti più significativi vissuti insieme.
Forse Napoli non lo ricorderà con la stessa passione riservata alle sue leggende, ma è innegabile che Khvicha abbia scritto una pagina leggendaria nella storia recente del club.