Diego Armando Maradona, icona immortale del calcio e della città di Napoli. Quattro anni fa moriva Diego Armando Maradona, era il 25 novembre del 2020. Le restrizioni della pandemia non riuscirono a fermare però il moto d’affetto che si generò nel mondo per il ricordo del Pibe de Oro. Ieir il Napoli ha voluto esprimere il suo ricordo per il giocatore più forte di tutti i tempi recandosi nel luogo più iconico creato per Maradona: il murale ai Quartieri Spagnoli.
Una foto di Maradona che corre con il pallone tra le nuvole con la maglia della nazionale argentina e la scritta «Justicia». Viene ricordato così sulla pagina Facebook ufficiale di Diego dai figli il quarto anniversario della morte del Pibe de Oro. Ricorrenza che a Napoli è stata onorata ieri dal club azzurro, con il presidente Aurelio De Laurentis, il tecnico Antonio Conte e il capitano Giovanni Di Lorenzo.
Si sono recati ai due grandi murales su Maradona, ai Quartieri Spagnoli e a San Giovanni a Teduccio, dove hanno deposto mazzi di fiori. Maradona è stato ricordato sui social anche da Diego Maradona junior, suo figlio nato a Napoli : “Arriverà un giorno che ritorneremo a ballare insieme, a ridere e abbracciarci papà”. Stefano Ceci, manager del campione negli ultimi anni e suo amico, ha portato ieri in Piazza Plebiscito un ritratto di Maradona sostenuto da palloncini bianchi e azzurri, facendolo poi volare libero nel cielo.
Le parole di Martinez sulla scomparsa di Maradona
Su Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport, è intervenuto Daniel Martinez, giornalista di ESPN: “Il giorno della scomparsa di Diego è sempre sofferto, è andato via troppo presto e per questioni ancora oggi poco chiare. Ricordo dov’ero quando appresi la notizia, sono cose che ti tolgono il respiro. In Argentina ho seguito Diego per anni e so bene cosa rappresenta per Napoli. Per la città e per tutti è stato come perdere un familiare, è stato un uomo vero e sincero al di là dei limiti e dei difetti che ha avuto. È stato difficile vivere come Maradona e l’ha sofferta con tutto quello che ne è conseguito.
Diego era un uomo complesso, ma interiormente vicino a chiunque e lo era in maniera onesta. Ricordo bene i giorni successivi alla sua scomparsa, come quel murales ai Quartieri Spagnoli sia risorto e diventato un santuario vero e proprio. Questo racconta l’amore di Napoli: in quel Murales è dove esiste ancora l’anima di Diego, il vero luogo di riposo eterno. Non lo è il cimitero di Buenos Aires, dove è visitato solamente dai suoi familiari ed è contornato da un qualcosa di anonimo. A Napoli è dove Diego continua a vivere oltre la morte, questo arriva forte e chiaro anche a tutta l’Argentina”.