Roberto Antini, 20enne nipote del vecchio boss Polifemo dei Quartieri Spagnoli, dopo l’arresto dello scorso dicembre per stalking è stato rilasciato con la seguente motivazione: “Incapace di intendere e di volere al momento dei fatti“.

Il giovane al momento è al centro di due indagini. La prima è quella di stalking ai danni della sua ex fidanzata che a più riprese lo ha denunciato, la seconda è invece per rapina. Per la sentenza è stata fondamentale la perizia richiesta dai giudici. Sono stati due i periti ad accertare che il giovane dei Quartieri Spagnoli accusato di stalking fosse affetto da un grave disturbo della personalità. Incassata la doppia assoluzione il ragazzo è stato liberato, dovrà seguire un percorso terapeutico il cui abbandono potrebbe portare a un ricovero in una Rems. La Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza.

Stalking Quartieri Spagnoli all’ombra di Polifemo

Come già anticipato, il giovane 20enne è il nipote di Antonio Ranieri detto Polifemo. Il vecchio boss di camorra dei Quartieri Spagnoli è stato ucciso nel 1999. I due non si sono neanche mai conosciuti. La morte del nonno arrivò prima della nascita del nipote. Nonostante ciò Polifemo è sempre stato un simbolo per Roberto, un punto di riferimento. Tanto è vero che spesso menzionava questo nome anche per minacciare l’ex fidanzata che ogni giorno diventava sempre più spaventata nei suoi confronti.

Per quanto invece riguardano i fatti relativi all’accusa di rapina, questi risalgono sempre al dicembre scorso per rapina ai danni di un market della zona.

La difesa dell’avvocato

L’avvocato Giuseppe De Gregorio, che ha seguito il 20enne per entrambi i processi, fin dai primi interrogatori aveva sostenuto che il giovane fosse affetto da gravi problemi di salute. Presentò dunque la documentazione che aveva poi portato i due gup a disporre le perizie. Ad aprile il ragazzo, preso in carico dal Dipartimento Igiene Mentale dell’Asl Napoli 1, è stato scarcerato e sottoposto ai domiciliari. Il processo per rapina si è concluso a luglio, la seconda assoluzione è arrivata pochi giorni fa, sempre per incapacità di intendere al momento dei fatti.

“Per essere curato, Antini è dovuto diventare prima indagato, poi detenuto, quindi imputato – commenta a Fanpage.it l’avvocato De Gregorio – da libero non è stato preso in carico da nessuno, nonostante la madre avesse più volte rivolto grida di aiuto alle strutture terapeutiche. Prima non aveva possibilità di essere sottoposto a un trattamento farmacologico e curativo. Se da un lato si deve ringraziare l’intervento giudiziario, che ha portato al trattamento terapeutico, dall’altro non si può non notare che il sistema presenta delle falle evidenti”.

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