Si Ricomincia da 30, perché Massimo Troisi in fondo non è mai andato via. A trent’anni dalla morte, avvenuta il 4 giugno del 1994 a casa della sorella ad Ostia, le sue battute intramontabile sono ancora scolpite nella memoria di tutti noi. Un personaggio affascinate, dalle mille sfumature. Dagli inizi a San Giorgio a Cremano, paese nell’hinterland napoletano, dove visse i primi anni di vita proprio nei pressi della piazza poi divenuta Troisi. Fino ai teatri di Napoli, poi i locali di Roma dove Massimo si esibiva con il trio la Smorfia (Lello Arena e Enzo Decaro).
Il successo televisivo con Non stop
Massimo Troisi si fa conoscere al grande pubblico nel 1976 con il programma televisivo Non Stop, la trasmissione laboratorio di Enzo Trapani in onda sulla Rai, e nel 1979 con Luna Park. Divenne famoso in tv per il trio che compose con Enzo Decaro e Lello Arena de “La Smorfia” (in precedenza I Saraceni). Restano memorabili gli sketch dell’Annunciazione, quando Troisi vestiva i panni dell’umile moglie di un pescatore e quello di Noè in cui l’attore napoletano cercava, con una furfanteria tutta infantile, di ottenere dal Patriarca (Arena) il permesso di salire sull’Arca.
Il cinema di Troisi
Massimo Troisi fu attore, sceneggiatore e regista. Il debutto al cinema avvenne con Ricomincio da tre, grazie all’intuizione del produttore Mauro Berardi e al lavoro di sceneggiatura con Ottavio Jemma e la futura compagna Anna Pavignano. Fu autore di sette film fino a Il postino (1994) firmato ufficialmente da Michael Radford, e attore-autore di alcuni film come Non ci resta che piangere con Roberto Benigni del 1984. Quest’ultimo fu un successo epocale, capace da solo di rilanciare il cinema italiano. Fruttò all’autore due David di Donatello, tre Nastri d’argento e due Globi d’oro.
Già a partire da Scusate il ritardo del 1983 apparve chiaro che se da un lato l’autore-attore non si piegava alle leggi del mercato, dall’altro aveva proprio il cuore al centro della sua ricerca poetica. Infatti questo film ruota intorno ai dubbi dell’individuo e ai diversi tempi dell’amore, tematiche che riprenderà costantemente da Le vie del Signore sono finite a Pensavo fosse amore… invece era un calesse.
Il connubio con Marcello Mastroianni ed Ettore Scola ebbe i suoi frutti. Nascono film come Splendor, Che ora è?, fino all’autobiografico Viaggio di Capitan Fracassa, in cui riprende la maschera di Pulcinella con una folgorante miscela di vitalità e malinconia.
L’ultimo lavoro Il postino con Furio Scarpelli fu tratto dal romanzo di Antonio Skarmeta e affidato alla regia dell’amico Michael Radford. Per finire le riprese del film ispirato a Il postino di Neruda, Troisi rimandò fatalmente un trapianto al cuore: “Questo film lo voglio fare con il mio cuore”, diceva sul set. Purtroppo per lui, come per l’amico Pino Daniele, il cuore fu il simbolo della sua arte, ma anche della sua fine.