Oggi ricade l’anniversario della morte del giovane poliziotto ucciso il 4 aprile del 1991 Salvatore D’Addario. Morì a seguito di una sparatoria a Porta Nolana che vide coinvolti i più potenti clan dei Quartieri Spagnoli dell’epoca, quello dei Mariano e i sicari del gruppo ribelle, capeggiato da Antonio Ranieri e Salvatore Cardillo.
Salvatore D’Addario si trovava a pochi passi dal punto di contatto tra i due fuochi, non era in servizio e trascorreva del tempo con la sua famiglia. Dopo aver messo al riparo i suoi cari il suo istinto di poliziotto ebbe la meglio. Si fiondò sui malavitosi ma ne uscì con gravi ferite alle gambe ed alle braccia. Infine fu anche scaraventato su un palo della luce con un camion. Perse la vita, dopo due giorni di agonia, presso l’ospedale Loreto Mare.
Il ricordo di Salvatore D’Addario, poliziotto ucciso nel 1991
il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordarne la storia attraverso l’elaborato dello studente Alessandro De Rose della classe III sez. C del Liceo Scientifico Filolao di Crotone. “Salvatore D’Addario, Assistente di Polizia, muore prematuramente a soli 22 anni. Muore il 4 aprile del 1991 nell’ospedale Loreto Mare di Napoli, dopo il ricovero del 30 Marzo di quell’anno a causa delle ferite riportate: quel giorno non era in servizio, stava trascorrendo la giornata in compagnia con la sua famiglia. La tranquillità scompare quando Salvatore sente degli spari, interviene; è in abiti borghesi, ma è un poliziotto. Si imbatte in un furgone con a bordo dei camorristi individuati, precedentemente, in quelle zone mentre cercavano di uccidere un loro rivale.
Nel tentativo di sventare il terribile atto, il giovane poliziotto non sa che pagherà con la vita. La sua famiglia è messa al riparo. Loro non c’entrano nulla. Durante lo scontro armato, D’Addario viene ferito da diversi colpi al braccio e alla gamba e successivamente gli assassini, fuggendo, lo schiacciano contro un palo della luce. Inutile l’intervento dei medici venuti in soccorso. Ancora una volta la mafia si dimostra come una malattia della società moderna capace di distruggere e cancellare futuri brillanti. In questo caso ha tolto la vita al giovane Salvatore. Aveva una lunga carriera da poliziotto davanti a sé. Salvatore, addestrato al rispetto della legge, per garantire la tutela degli altri, muore senza pietà (per mano del clan Mariano). Eroe e vittima allo stesso tempo: il senso del dovere per lui è stato più forte della paura di affrontare la criminalità. Doveroso il riconoscimento di “vittima del dovere”.
L’invito del CNDDU
Questo il commento del CNDUU: “Oggi ricordiamo il coraggio di Salvatore e di tutti gli uomini dello Stato che rappresentano e onorano la propria divisa, rimanendo al servizio dei cittadini anche quando non sono in servizio: veramente un fulgido esempio di altruismo e responsabilità civica per le future generazioni. Il 10 maggio 1991 è stato insignito della medaglia d’oro al valor civile“.
Il CNDDU invita nuovamente gli studenti e i docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com).