artisti di strada napoli

Dal 2022, in base al regolamento di sicurezza stradale, vige il divieto di usare amplificatori e strumenti a percussione in strada. Un grosso problema per gli artisti di strada di Napoli che bazzicano da sempre i vicoli della città e che portando in strada la loro performance, che non è solo questo per loro ma un vero e proprio lavoro. Nasce da questo la petizione lanciata da Margherita Romeo lo scorso settembre, su change.org, che ad ora ha raccolto 7550 firme.

“Da tre anni, con la nuova amministrazione sindacale, è stato emesso un regolamento di sicurezza urbana che vieta in assoluto sia l’utilizzo di strumenti a percussione, sia l’utilizzo di casse per amplificazioni ,anche a volumi minimi – si legge nel testo della petizione – come può una chitarra arpeggiata non avere bisogno di un minimo di amplificazione, in una città ricoperta da mille clacson e sirene?! Come può una band suonare senza una percussione? Gli artisti di strada a Napoli vivono di questo lavoro da sempre, sostenendo famiglie. Vengono continuamente fermati dalla polizia municipale e minacciati di essere multati”.

Le testimonianze degli artisti di strada a Napoli

Artisti come Gianmario Sanzari, un giovane chitarrista e cantante, che nei giorni scorsi è stato bloccato mentre suonava dalla Polizia Municipale a Piazzetta Nilo, in pieno centro storico, ricevendo una multa di 250 euro. «Se non viene pagata entro 60 giorni sale a 500 euro – ci tiene a precisare – ed ora ho il terrore di tornare in strada. Sul momento la mia reazione è stata quella di dire a chi mi multava che mi avrebbero rivisto perché per pagare la multa sarei dovuto tornare in strada a suonare. Poi però ho preferito aprire una raccolta fondi».

Una multa di 250 euro anche per Yuri Menna, chitarrista e cantante, che racconta a Fanpage: «Se fossero passati i vigili ora sarebbero intervenuti. Ho preso anche io una multa in piazza del Plebiscito e penso sia una cifra enorme per qualunque professionista. Io non sono per l’arte di strada selvaggia. Vorrei solo regole più ragionevoli per noi che dell’arte ne abbiamo fatto un mestiere e con il nostro lavoro ci paghiamo l’affitto».

Ma anche per gli attori la situazione non è delle migliori, come Pier Macchiè, uno dei volti più noti del centro antico di Napoli, che portano in strada un vero e proprio spettacolo a più voci registrate. «Io in questo piccolo amplificatore porto con me la mia compagnia – spiega l’attore –  una compagnia di invisibili senza la quale dovrei completamente reinventarmi. Noi vogliamo rispettare le regole ma la nostra attività andrebbe regolamentata meglio. Dovremmo essere liberi di esibirci e la Polizia municipale dovrebbe essere munita di misuratori di decibel per verificare che i nostri volumi siano adeguati».

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