
La morte di Chiara Jaconis è ancora avvolta nel silenzio, senza giustizia. La mamma e la sorella della giovane padovana, morta ai Quartieri Spagnoli lo scorso 15 settembre a causa di un colpo alla testa provocato da una statuetta caduta – o forse gettata – da un balcone, hanno lanciato un appello. Chiedono verità, chiedono che i colpevoli si facciano avanti.
Sono trascorse appena due settimane dall’ultima visita della famiglia di Chiara Jaconis a Napoli. I suoi cari hanno voluto presenziare a un evento in suo onore: al Parco Viviani è stata infatti dedicata alla giovane vittima una targa commemorativa e piantata una bougainvillea. Già in quell’occasione, la madre aveva dichiarato con forza che non si fermerà finché la giustizia non avrà fatto il suo corso.
Giustizia per Chiara Jaconis: l’appello della famiglia
A seguito delle ulteriori due settimane di silenzio totale, sia mamma Cristina che la sorella Roberta, provano ad alzare la voce per sollecitare la celerità della giustizia. Queste le parole della mamma: “Sono passati già 6 mesi dalla morte di mia figlia. Una morte senza verità. Senza nessun colpevole. È assurdo e inaccettabile. Sicuramente in quella casa c’è la verità che qualcuno vuole tenere nascosta, per magari proteggere chissà chi.
Sappiate che noi non ci fermeremo, il colpevole, o i colpevoli, chiunque essi siano, devono assumersi la loro responsabilità. Chiara ci è stata tolta in maniera assurda e quindi merita giustizia. Vi prego, chi sa parli. Dica effettivamente come sono andate le cose o dica di chi è questa famosa statua che ha colpito Chiara mortalmente. Chiara ha dato la vita per Napoli e merita giustizia, non merita silenzio. Vi prego aiutateci.”
Omissione di soccorso
Ad aggravare la situazione del responsabile è l’omissione di soccorso. Secondo la sorella di Chiara il colpevole, o i colpevoli, non si sarebbero neanche affacciati per appurarsi delle condizioni. Queste le parole di Roberta: “Sono qui a chiedere verità per mia sorella. Non pensavamo di dover arrivare a questo punto perchè speravamo che prima o poi arrivassero delle scuse. Non solo per l’accaduto ma anche per l’omissione di soccorso.
Dopo le urla disperate di Livio non vi siete neanche affacciati. Non so se avete idea o meno ma Chiara è andata via quando è stata colpita dall’oggetto dato che non ha più ripreso conoscenza. Noi chiediamo di dire la verità e di prendervi la responsabilità. Ormai stanno passando troppi mesi e non ci sono tante alternative. Quel palazzo è formato da un numero limitato di appartamenti e sicuramente l’oggetto è caduto dai piani più alti.”
Sostegno alla famiglia Jaconis
La famiglia Jaconis merita sostegno e appoggio, a partire dagli stessi quartierani. Una famiglia che non ha mai odiato la nostra città nonostante ciò che gli ha causato e anzi, hanno a più riprese espresso graditutine per la vicinanza dei napoletani. In effetti, in questi sei mesi sono stati tanti i gesti di solidarietà. Sono stati piantati alberi, esposto targhe, organizzato fiaccolate e consegnato dipinto di Napoli Art.
Questo non significa però che il nostro supporto debba esaurirsi. Sono stati dei gesti di solidarietà importanti ma non bisogna commettere di buttare tutto nel dimenticatoio. Bisogna spingere sull’acceleratore, parlarne il più possibile per far si che la verità emerga e Chiara riceva giustizia.