San Gregorio Armeno

foto da : Napoli da vivere

È giunta, da parte di un consigliere comunale, la proposta di un biglietto di ingresso per visitare San Gregorio Armeno durante il periodo natalizio per arginare i fiumi di visitatori, a migliaia ogni giorno. Gli artigiani ed i napoletani in generali, si sono mostrati da subito contrari a questa iniziativa che porterebbe beneficio sì alle casse del comune e probabilmente ridurre il traffico pedonale ma sicuramente non contribuisce all’economia degli artigiani che lavorano un anno intero pre vendere poi tutto o quasi in questo periodo. A trarne svantaggio sarebbero anche gli stessi napoletani che si vedrebbero limitare l’accesso ad una strada pubblica.

Biglietto di ingresso a San Gregorio Armeno: la risposta

È arrivato quel periodo dell’anno che porta migliaia e migliaia di visitatori tra le vie del centro storico, nello specifico, di San Gregorio Armeno, per ammirare l’artigianato presepiale. Le botteghe del posto hanno espresso la loro contrarietà e hanno trovato supporto nella consigliera regionale Marì Muscarà. Otre che per sostenere gli artigiani è intervenuta sottolineando “una gestione turistica” che, a suo avviso, “è priva di programmazione e visione strategica. Napoli, con la sua vastità e il suo Centro Storico, non è paragonabile a Venezia – dichiara Muscarà (fonte Napolitoday) -. Abbiamo bisogno di azioni concrete per contenere e gestire il turismo, non di misure superficiali come un biglietto d’ingresso. Il tema non è far pagare, ma organizzare un turismo che sia programmato e pianificato, una cosa che evidentemente il Comune di Napoli non è in grado di fare”.

Turismo veicolato

Uno dei problemi è quello, secondo Muscarà, della mancata distribuzione del turismoNecessità di distribuire i flussi turistici su tutta la città, evitando l’eccessiva concentrazione nei decumani. Non è pensabile che milioni di turisti si riversino solo in alcune aree. Spesso ignorano il resto di Napoli, che ha tanto da offrire e avrebbe bisogno di essere ammirato e valorizzato. Dobbiamo allargare l’orizzonte del turismo a luoghi come Capodimonte, con la sua arte e la sua musica, al Conservatorio, alle Catacombe della Sanità, e a tanti altri tesori nascosti. Napoli è molto più di una pizzetta: la nostra cucina racconta una storia, ma non è l’unica storia che abbiamo da offrire”.

“Il turismo deve essere veicolato con criterio, valorizzando l’arte, la cultura e la storia disseminate in tutta la città. Così si tutela non solo il patrimonio artistico e culturale, ma anche la sicurezza e la vivibilità del Centro Storico. Far pagare un ticket di ingresso in un suolo pubblico è una cultura che non appartiene a Napoli che è e resta di tutti ma va tutelata”.

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