Il noto cantante napoletano, Geolier, dopo l’incredibile successo si è prefissato un nuovo obiettivo, quello di dare posti di lavoro ai giovani fan napoletani che non ne hanno la possibilità. I primi passi li ha mossi con Nunzia Ferone e Gaetano D’Alterio. Sono due ragazzi di soli 20 anni e suoi grandi fan. Lo seguono ad ogni concerto.

Il loro sogno era quello di trovare un lavoro stabile per porre le basi per un futuro insieme. Geolier sta contribuendo concretamente alla realizzazione di questo desiderio. Fino a qusto momento le esperienze lavorative dei due sono state nel digitale (per Gaetano) e come commessa (per Nunzia). Insieme però hanno aperto una pagina social “Geoliervita2” che vanta ad oggi oltre 160 mila followers.

Geolier offre lavoro ai giovani fan

A notare l’enorme successo della pagina dei due fan è stato proprio il fratello di Geolier, Gaetano, che ha subito provveduto a riferirlo al famoso cantante. Geolier quindi non ci ha pensato due volte ed ha offerto loro un lavoro. Si tratta del “Geolier Official Pop-Up Store” al centro commerciale Vulcano Buono di Nola.

In questo modo ha reso possibile l’avverarsi di due sogni. Il primo, è in comune tra quello di Nunzia e Gaetano. Il secondo invece è quello del fratello Gaetano e cioè: “il sogno più grande ora è poter offrire un lavoro a chi non ce l’ha. Nell’oceano sempre più vasto di piccoli influencer – ha spiegato al Corriere del Mezzogiorno – ho subito notato Nunzia e Gaetano, che di fatto gestiscono la fan page di Geolier più attiva e identificativa, perché a differenza di tante altre convoglia i veri fan di Emanuele”.

Contro la malavita

Geolier nei giorni scorsi è intervenuto sulle tante uccisioni delle ultime settimane che hanno sconvolto Napoli e periferie. Tre giovani morti ammazzati che gettano fango sulla nostra città e soprattutto sui nostri giovani. “La mia terra umiliata a colpi di pistola“. Queste le parole di Geolier sui recenti fatti di cronaca. Parole che però non bastano ad altri giornali, non del sud, a lasciarlo in pace ed erigerlo ancora una volta, l’ennesima, come modello della criminialità.

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