Renato Caiafa

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Ha avuto luogo questa mattina l’udienza di convalida del fermo emesso nei confronti di Renato Caiafa, il 19enne accusato di possesso e ricettazione di una pistola, la stessa che ucciso l’amico Arcangelo Correra.

La confessione di Renato Caiafa accusato dell’omicidio dell’amico Arcangelo Correra

Resta in carcere Renato Caiafa accusato dell’omicidio dell’amico Arcangelo Correra, colpito da un proiettile la notte del 9 novembre e deceduto poche ore dopo in ospedale. Comparso questa mattina davanti al gip di Napoli. Il giudice ha ritenuto, per le indagini preliminari, di non convalidare il provvedimento di fermo emesso per ricettazione e detenzione della pistola, una Beretta calibro 9×21 con matricola abrasa. Ha disposto comunque la detenzione in carcere perché accusato di omicidio

Caiafa è reo confesso, ha ammesso infatti di aver ucciso lui Correra ma di averlo fatto per errore. Dopo aver colpito l’amico lo aveva accompagnato in ospedale e si era presentato successivamente in Questura, su impulso di una zia, e aveva confessato. Aveva parlato di un incidente, sostenendo che il proiettile fosse partito per errore mentre stava maneggiando una pistola trovata in strada, nascosta sullo pneumatico di un’automobile parcheggiata. Il colpo sarebbe partito per sbaglio raggiungendo l’amico alla testa. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Napoli e affidate alla Squadra Mobile, dirigente Giovanni Leuci.

Il giovane, difeso dall’avvocato Giuseppe De Gregorio, ha confermato al gip la versione che aveva già reso nei giorni scorsi. Ha riferito anche le ultime parole che Arcangelo Correra avrebbe detto prima di perdere i sensi: “Renà non mi lasciare”. Il legale si è opposto alla convalida del fermo considerando che il giovane presentato spontaneamente e che quindi non sussiste il pericolo di fuga. De Gregorio ha chiesto l’attenuazione della misura cautelare, con i domiciliari al posto della detenzione in carcere. Questo in virtù del comportamento di Caiafa, incensurato, collaborativo, aver prestato soccorso alla vittima ed essersi poi presentato in Questura.

Le indagini continuano per chiarire il mistero del secondo proiettile recuperato sulla scena del crimine e di calibro diverso da quello che ha ucciso Arcangelo Correra.

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