Arcangelo Correra

Foto di Francesco Emilio Borrelli

Pensavano fosse un gioco quella che poi si è rivelata una vera arma, letale per il 18enne Arcangelo Correra. La pistola con un colpo in canna ha poi raggiunto Arcangelo alla testa morto all’alba di questa mattina dopo il disperato tentativo, tramite un intervento chirurgico al cervello, di salvarlo all’ospedale dei Pellegrini.

Dalle ipotesi investigative la Squadra Mobile di Napoli, guidata dal primo dirigente Giovanni Leuci, anche grazie ad alcune testimonianze è riuscita a ricostruire questo ennesimo episodio di violenza che vede coinvolti ragazzi troppo giovani per sapere cos’è un’arma. E così ecco l’ennesimo ragazzo che ha perso la vita violentemente tra Napoli e provincia, il terzo in soli 17 giorni, che è morto per un “gioco” finito male.

Le prime ipotesi sulla morte del giovane Arcangelo Correra

Erano circa le 5 di questa mattina quando tre ragazzi sul sellino di due scooter a Sedil Capuano maneggiavano una pistola. Una automatica che ha il colpo in canna mentre uno dei presenti la maneggia scarrellando, come si dice in gergo, e quindi inserendo dal serbatoio del caricatore il colpo in canna. Poi succede l’imprevedibile. Parte un colpo che raggiunge alla testa Correra. Tra i presenti, in quel momento c’era anche il fratello minorenne di Luigi Caiafa, cugino di Arcangelo Carrera. Luigi Caiafa è il ragazzo che fu ucciso quattro anni fa da un poliziotto durante un tentativo di rapina.

Saranno fondamenatli le dichiarazioni già in corso negli uffici della Squadra Mobile di Napoli dei due giovanissimi che erano in compagnia del 18enne morto. I dubbi da chiarire sono diversi, soprattutto chi impugnasse in quel momento la pistola con il colpo in canna. Nelle prime ore erano circolate due ipotesi. Un’esecuzione camorristica all’interno di una zona con alta presenza del clan Mazzarella. La seconda che fosse un collegamento tra la guerra di bande che impazza in questi giorni tra giovanissimi della zona di Mercato e Case Nuove, e rivali del Rione Sanità.

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