Una bambina napoletana è stata bocciata in prima elementare ma il Tar ribalta la situazione accogliendo il ricorso ritenendo ingiustificata la decisione della scuola. La sentenza, che ha fatto rumore nel mondo dell’educazione, conferma l’importanza di un approccio più umano e meno rigido nei confronti degli studenti in difficoltà.
La bambina infatti vive delle difficoltà a livello psicologico. Di fatti è supportata da alcuni specialisti e di questo la scuola ne era a conoscenza. L’avvocato ha quindi spiegato che il motivo della sua bocciatura è stato lo scarso rendimento scolastico. Poche volte si è vista una bocciatura in prima elementare e per lo più, quando accade, si tratta per la maggior parte dei casi per un numero di assenze che la scuola non può in alcun modo giustificare. In questo caso invece è il rendimento la causa della bocciatura ma non si è tenuto minimamente conto della situazione di difficoltà della bambina. Una situazione che tale bocciatura potrebbe addirittura ingigantire.
Bambina bocciata in prima elementare: le motivazioni
Tra le motivazioni della bocciatura, alcune “criticità manifestate dall’alunna“, secondo la scuola, come riportato nell’ordinanza: quali, atteggiamento poco partecipativo, linguaggio infantile, autonomia scarsa, difficoltà di orientamento del foglio, scarsa autonomia nei compiti e nelle consegne; difficoltà nell’area logico matematica, nella memoria di lavoro. Segnali tuttavia, secondo i giudici amministrativi, che “appaiano denotare più la rappresentazione clinica di difficoltà nell’apprendimento, quasi in chiave diagnostica o anamnestica, che non valutazioni negative del profitto“.
L’avvocato Claudio Ciotola, professore a contratto di Diritto presso l’Università di Cassino, che ha assistito la famiglia della famiglia ha sottolineato che la normativa scolastica italiana favorisce un approccio più inclusivo e personalizzato nei confronti degli alunni in difficoltà. La scuola, secondo i giudici, avrebbe dovuto attivare misure di supporto personalizzate per l’alunna, volte a migliorare il suo rendimento scolastico, piuttosto che ricorrere a una decisione così dura.