Applicare il divieto di portare il cibo in spiaggia: gli stabilimenti balneari, durante la stagione estiva, vieterebbero ai clienti di poter portare con se le borse frigo, con l’obbligo di controllare il contenuto delle proprie sacche. Questa pratica, molto diffusa, fa letteralmente arrabbiare i bagnanti che sono stufi di queste “presunte norme”. Infatti, l’ordinamento riconosce al cittadino il diritto di poter mangiare in spiaggia, potendo portare con sé dei sandwich o dell’acqua, affidandosi al buon senso di non lasciare rifiuti e rispettare i luoghi in cui ci si trova. Il gestore dello stabilimento che voglia controllare (anzi ispezionare) le borse dei clienti commette ben due reati. Si precisa che le ispezioni, le perquisizioni e il sequestro sono atti di esclusiva competenza dell’Autorità giudiziaria.
La verità sul divieto di portare cibo in spiaggia
A pronunciarsi nella stessa direzione c’è anche l’Unione Nazionale Consumatori ritenendo questo voler controllare i bagnanti una dichiarazione sbagliata, strumentalizzata per vessare i consumatori. Allo stesso modo, è bene specificare che il gestore dello stabilimento non può neppure sequestrare la borsa del cliente perché anche il sequestro è un atto tipico ed esclusivo dell’Autorità giudiziaria. Nel pieno rispetto del decoro, si invita quindi a portare con se tutto ciò che si desidera, senza sentirsi in difetto.
La legge parla chiaro
Il proprietario del lido che compie questo gesto commette ben due reati descritti dalla legge:
Art. 610 c.p., Violenza privata e secondo cui nessuno può costringere illecitamente qualcuno a tollerare o fare qualcosa, pena la reclusione fino a 4 anni
Art. 347 c.p., Usurpazione di funzioni pubbliche ovvero il reato commesso da chi compia atti inequivocabilmente riconducibili all’Autorità non avendone diritto o qualifica (come le perquisizioni o le ispezioni) e che è punito con la reclusione fino a 2 anni
L’unico limite da rispettare è l’ambiente che ci circonda.