Dietro tutti i fatti di sangue delle ultime settimane ai Quartieri Spagnoli ci sarebbe un clan della camorra di Secondigliano, quello dei Contini. Il territorio che comprende i nostri vicoli sono rimasti orfani da circa un anno dei propri boss a seguito della famosa retata della scorsa estate. Una retata che ha sancito nuove opportunità ai Contini e agli altri clan interessati.
Sono tanti gli accadimenti che in queste settimane hanno messo a soqquadro i Quartieri Spagnoli. Dal tentato omicidio al figlio di “O’ Bellillo” alle continue ed innumerevoli stese che quasi ogni giorno si abbattono nelle nostre strade… ma facciamo un passo indietro.
La camorra di Secondigliano ai Quartieri Spagnoli
Il territorio dei Quartieri Spagnoli è un punto nevralgico della malavita organizzata. Un’area periferica che però si trova nel centro della nostra città. Di qui passano droga e potere. Il Clan Contini lo ha capito e vuole accaparrarselo. Le prime prove sono arrivate con i numerosi furti d’auto dell’ultimo mese. La famiglia appartenente all’Alleanza di Secondigliano avrebbe così sondato il terreno. Nessuno ha reclamato nulla, nessun gruppo organizzato si è fatto vivo. Il terreno è libero e si può procedere con la seconda parte del piano. Conquistare i nostri vicoli.
Le strade stanno diventando molto pericolose. I Quartieri stanno pian piano tornando ad essere, purtroppo, quel territorio pericoloso che fino a qualche fa ogni napoletano, ogni turista, evitava. E non è ancora successo nulla di grave. Nelle prossime settimane dovremmo aspettarci una vera e propria guerra tra i Contini e gli altri clan interessati nonché con i camorristi della vecchia guardia quartierana.
La testimonianza dell’ex ras Maurizio Overa
A confermare l’interesse della camorra di Secondigliano sui Quartieri Spagnoli è una vecchia testimonianza dell’ex ras Maurizio Overa, ex esponente del Clan Mariano dei Quartieri. Queste furono le sue parole: “Per me chi vuole fare il guappo non deve andarsene la sera a ballare e creare problemi; non si fanno le guerre tra clan per semplici guerre in discoteca; una volta intervenne anche zì Menuzzo, Montescuro, per fare da paciere per un litigio creato da Ettore Bosti. Una voce in capitolo più importante ce l’aveva il figlio di Patrizio Bosti, Ettoruccio, che per me, fino al momento del mio arresto nel 2015, era il reggente del clan. Egli voleva fare il malavitoso e lo faceva, in assenza di tanti altri, latitanti o detenuti, era Ettore a comandare in virtù del fatto che era il figlio di Patrizio. Ma da guappo.”
“Di recente ci fu un litigio tra Ettore Bosti e un ragazzo dei Quartieri, che secondo lui lo aveva preso in malo modo. Ettore Bosti pretese che glielo portassero per picchiarlo. Andò Marco Mariano, figlio di Ciro. Per cercare di apparare la situazione. Ettore non volle sapere ragioni. Allora noi ci tirammo fuori, non volendo consegnare il ragazzo a Bosti; alla fine non so chi glielo portò. Fatto sta che il ragazzo fu condotto al Borgo alla presenza di Ettore Bosti, lo accompagnavano anche la moglie e la madre ed Ettore lo picchiò davanti a tutti. Un atto vile. Per me il fatto che Vincenzo Tolomelli avesse consentito a Ettore Bosti di levarsi questo sfizio dimostrava che Tolomelli aveva perso la testa e che Ettore Bosti non aveva la caratura del padre, il quale non avrebbe mai creato rischi di guerra tra clan per litigi di basso profilo, da discoteca. Chi vuole fare il guappo non deve andarsene la sera a ballare e creare problemi; non si fanno le guerre tra clan per semplici guerre in discoteca; una volta intervenne anche zì Menuzzo, Montescuro, per fare da paciere per un litigio creato da Ettore Bosti.”