Con grande rammarico tutti i napoletani ricordano il 16 marzo del 2023 per lo spettacolo osceno offerto dai due tik toker Rita De Crescenzo e Francesco Ciotola a bordo di un’ambulanza per l’inaugurazione di un negozio a corso Umberto, ad un anno di distanza è stato svelato che dietro la messinscena si nasconde la camorra.

Di quell’evento se ne parlò per lungo tempo. I temi scottanti erano tanti. Usare un’ambulanza per una cosa del genere era immorale, pericoloso e bloccarono il traffico di una delle vie principali della città per diverso tempo.

Rita De Crescenzo in ambulanza: lo zampino della camorra

In questi giorni è scattato il caos attorno al clan Contini con annessi 11 arresti. Le indagini hanno portato alla luce diversi retroscena tra cui anche quelli dello spaccio di droga in ospedale. Alcuni affiliati si fingevano medici ed infermieri. Nelle stesse indagini è emerso anche l’organizzazione della messiscena dei due tik toker. Ad organizzarla era stato uno degli affiliati di spicco della cosca di San Giovanniello.

All’epoca la vicenda era stata denunciata dall’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate” per l’utilizzo dell’ambulanza e per la finta emergenza; aveva suscitato molto scalpore e il giorno successivo ne aveva parlato anche il deputato Francesco Emilio Borrelli. Nei giorni successivi era intervenuta la Polizia Locale, che aveva identificato la società proprietaria dell’ambulanza e multato il titolare.

La ricostruzione

Gli inquirenti, grazie alle intercettazioni, hanno ricostruito l’organizzazione che c’è stata dietro quell’episodio. A fine febbraio, si legge nell’ordinanza, il titolare del negozio, insieme al tik toker Francesco Ciotola (estranei all’indagine), aveva contattato al telefono Gennaro Manetta, meglio conosciuto come Genny Maradona. Con lui c’è un legame di parentela. Gli annunciò l’inaugurazione dell’attività commerciale.

Il 13 marzo il proprietario del negozio aveva contattato nuovamente Manetta per chiedergli di noleggiare un’ambulanza privata, spiegando a cosa gli sarebbe servita. “Me la vedo io”, aveva risposto Genny Maradona, che subito dopo aveva chiamato il titolare della “Croce San Luca”, società che, secondo le dichiarazioni del pentito Teodoro De Rosa, sarebbe stata legata al clan Contini, che l’avrebbe utilizzata anche per trasportare droga.

Nei contatti successivi Manetta aveva rassicurato il titolare del negozio, che aveva chiesto se fosse lecito usare un’ambulanza privata a scopi pubblicitari, e si era accordato col proprietario del mezzo, suggerendogli che, al limite, per non farli identificare avrebbe anche potuto mettere una insegna artefatta: “Se no dobbiamo scrivere Regione Puglia, che ce ne frega…“. (fonte fanpage)

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