Questa mattina alle 10:30 circa la fumettista Lina Ehrentraut, insieme a Giordis Storys hanno presentato l’opera “Io e Melek” presso la Sala Assoli ai Quartieri Spagnoli di Napoli. Durante l’incontro con il pubblico l’autrice ha raccontato la sua storia, le sue esperienze e come è nata l’idea della Graphic Novel. Infine si è trattenuta con i fan per il firmacopie di rito.
L’evento di questa mattina è stato organizzato dalla coordinatrice e responsabile del COMIC(ON)OFF Erika Torlo e moderato dal curatore artistico del Napoli Queer Festival Giuseppe Affinito. Ancora una volta quindi il fuori salone dedicato al mondo del fumetto, con particolare menzione alla stessa Erika Torlo, è stato in grado di apportare un contributo importante al mondo del fumetto dando risalto ad un’artista emergente (in Italia) dallo spiccato talento.
Lina Ehrentraut con “Io e Melek” in Sala Assoli
La Graphic Novel “Io e Melek” è una storia innovativa che racconta dell’amore per se stessi in chiave ironica e drammatica allo stesso tempo. La protagonista, Nici è ampiamente ispirata alla stessa Lina Ehrentraut. Il personaggio è però insicuro e sfiduciato e trova un escamotage a dir poco particolare per contrastare questa sua condizione. Essendo una scienziata, Nici riesce a costruire, come un moderno Frankestein, un corpo capace di attraversare una nuova dimensione dove incontra e si innamora di se stessa. L’alter ego di Nici, Melek, rappresenta “Una tuta protettiva” come definita da Ehrentraut ed è ben diversa dalla protagonista, sia nell’estetica che nella coscienza eppure resta affascinata dalla sua vera personalità (quella di Nici).
“Io e Melek – dichiara Lina Ehrentraut durante l’incontro con i fan – non deve essere necessariamente vista come un’opera Queer. Certo l’argomento è presente ma in quanto parte della mia vita. L’opera è invece incentrata su un discorso ben diverso, quello del conoscersi, del volersi bene e di accettarsi per come si è. A breve sarà pubblicata un’altra Graphic Novel sulla falsariga di “Io e Melek” ma anche in questo caso la queerness non deve essere inteso come un principio di lotta ma come autorappresentazione personale“.
Autoerotismo, introspezione e fiducia
Il romanzo dell’autrice tedesca è un mix di argomenti poco trattati nel mondo delle Grapchi Novel. Lina utilizza un linguaggio semplice ma molto esplicito, così come i suoi disegni. Ma non solo. La scrittrice si dedica ad un viaggio introspettivo della persona. Un viaggio che mette a nudo le sue fragilità, la poca sicurezza e la poca fiducia in se stessi, per Nici ma come per ogni persona. Ed è proprio questa condizione a rendere il libro altamente immersivo.
Il moderatore Giuseppe Affinito ha poi chiesto all’autrice quanto di Lina fosse presente in Nici. “C’è un confine tra me e – risponde l’autrice – Nici. L’opera è al 50% autorappresentativa e al 50% romanzata. Ho scelto, come giusto che sia, di raccontare quella parte di me che ho voluto comunicare ma c’è un’altra parte della mia persona che non ho voluto raccontare ed è quindi quella romanzata“.
La chiosa sul collettivo Squash
“Quella del collettivo Squash fondato da me, Giordis Storys e una terza persona è concettualmente ideologizzato con il tema Queer ma questa è un’accezione un po’ riduttiva. Siamo un collettivo più ampio, un gruppo antirazzista, libero e che promuove dei valori sani attraverso l’arte del fumetto. A Lipsia abbiamo dato vita ad un Festival dedicato ai Comics. Una manifestazione a titolo gratuito per attirare soprattutto quelle persone che non conoscono questo mondo e lo stiamo facendo con ottimi risultati“.
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