Questa mattina alle 10:30 circa la fumettista Lina Ehrentraut, insieme a Giordis Storys hanno presentato l’opera “Io e Melek” presso la Sala Assoli ai Quartieri Spagnoli di Napoli. Durante l’incontro con il pubblico l’autrice ha raccontato la sua storia, le sue esperienze e come è nata l’idea della Graphic Novel. Infine si è trattenuta con i fan per il firmacopie di rito.

L’evento di questa mattina è stato organizzato dalla coordinatrice e responsabile del COMIC(ON)OFF Erika Torlo e moderato dal curatore artistico del Napoli Queer Festival Giuseppe Affinito. Ancora una volta quindi il fuori salone dedicato al mondo del fumetto, con particolare menzione alla stessa Erika Torlo, è stato in grado di apportare un contributo importante al mondo del fumetto dando risalto ad un’artista emergente (in Italia) dallo spiccato talento.

La coordinatrice del COMIC(ON)OFF Erika Torlo

Lina Ehrentraut con “Io e Melek” in Sala Assoli

La Graphic Novel “Io e Melek” è una storia innovativa che racconta dell’amore per se stessi in chiave ironica e drammatica allo stesso tempo. La protagonista, Nici è ampiamente ispirata alla stessa Lina Ehrentraut. Il personaggio è però insicuro e sfiduciato e trova un escamotage a dir poco particolare per contrastare questa sua condizione. Essendo una scienziata, Nici riesce a costruire, come un moderno Frankestein, un corpo capace di attraversare una nuova dimensione dove incontra e si innamora di se stessa. L’alter ego di Nici, Melek, rappresenta “Una tuta protettiva” come definita da Ehrentraut ed è ben diversa dalla protagonista, sia nell’estetica che nella coscienza eppure resta affascinata dalla sua vera personalità (quella di Nici).

Giuseppe Affinito con Lina Ehrtraut e Giordis Storys
Foto di Stefano Colasurdo

Io e Melek – dichiara Lina Ehrentraut durante l’incontro con i fan – non deve essere necessariamente vista come un’opera Queer. Certo l’argomento è presente ma in quanto parte della mia vita. L’opera è invece incentrata su un discorso ben diverso, quello del conoscersi, del volersi bene e di accettarsi per come si è. A breve sarà pubblicata un’altra Graphic Novel sulla falsariga di “Io e Melek” ma anche in questo caso la queerness non deve essere inteso come un principio di lotta ma come autorappresentazione personale“.

Autoerotismo, introspezione e fiducia

Il romanzo dell’autrice tedesca è un mix di argomenti poco trattati nel mondo delle Grapchi Novel. Lina utilizza un linguaggio semplice ma molto esplicito, così come i suoi disegni. Ma non solo. La scrittrice si dedica ad un viaggio introspettivo della persona. Un viaggio che mette a nudo le sue fragilità, la poca sicurezza e la poca fiducia in se stessi, per Nici ma come per ogni persona. Ed è proprio questa condizione a rendere il libro altamente immersivo.

“Io e Melek”

Il moderatore Giuseppe Affinito ha poi chiesto all’autrice quanto di Lina fosse presente in Nici. “C’è un confine tra me e – risponde l’autrice – Nici. L’opera è al 50% autorappresentativa e al 50% romanzata. Ho scelto, come giusto che sia, di raccontare quella parte di me che ho voluto comunicare ma c’è un’altra parte della mia persona che non ho voluto raccontare ed è quindi quella romanzata“.

La chiosa sul collettivo Squash

“Quella del collettivo Squash fondato da me, Giordis Storys e una terza persona è concettualmente ideologizzato con il tema Queer ma questa è un’accezione un po’ riduttiva. Siamo un collettivo più ampio, un gruppo antirazzista, libero e che promuove dei valori sani attraverso l’arte del fumetto. A Lipsia abbiamo dato vita ad un Festival dedicato ai Comics. Una manifestazione a titolo gratuito per attirare soprattutto quelle persone che non conoscono questo mondo e lo stiamo facendo con ottimi risultati“.

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