Durante un’operazione della Polizia di Stato, un giovane di 19 anni è stato arrestato per evasione. Gli agenti della Squadra Mobile hanno intercettato il ragazzo mentre tentava di fuggire su uno scooter. Dopo un breve inseguimento, è stato catturato. Si è scoperto, in seguito, che era evaso il 3 aprile scorso dall’IPM di Nisida.
Catturato dalla Polizia il giovane evaso da Nisida
Dopo il fermo della Polizia di Stato, si è scoperto che il ragazzo doveva scontare una pena di 3 anni, 8 mesi e 6 giorni di reclusione nel carcere di Nisida. L’arresto è arrivato in seguito ad un provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli. Il 19enne, inizialmente sorpreso da una pattuglia, ha cercato di eludere la cattura, ma è stato bloccato e arrestato in via Emanuele De Deo ai Quartieri Spagnoli.
La denuncia del Sappe
Il Sappe (Sindacato autonomo Polizia Penitenziaria) parla di ‘‘evasione prevedibile”. Secondo le dichiarazioni del segretario generale del Sappe, Donato Capece, si attesta: ”E’ un’evasione frutto della superficialità con cui sono state trattate e gestite le molte denunce fatte dal Sindacato autonomo Polizia Penitenziaria sulle condizioni di sicurezza. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Abbiamo registrato un numero di evasioni incredibili, da istituti e da mancati rientri, in pochissime settimane”.
Prosegue Capece: “Da tempo si sta clamorosamente verificando ogni giorno. Ossia che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, dall’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, dalla mancanza di personale, dal mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento. La realtà è che negli ultimi anni sono state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili. Mancano Agenti di Polizia Penitenziaria e se non accadono più tragedie di quel che già avvengono è solamente grazie agli eroici poliziotti penitenziari, a cui va il nostro ringraziamento. Auspico allora che il Ministro della Giustizia ed i vertici della Giustizia Minorile e dell’Amministrazione Penitenziaria si attivino concretamente per dare un netto cambio di passo sulle politiche penitenziarie del Paese. Nelle carceri c’è ancora tanto da fare, ma senza abbassare l’asticella della sicurezza e della vigilanza, senza le quali ogni attività trattamentale è fine a se stessa e, dunque, non organica a realizzare un percorso di vera rieducazione del reo”.