Geolier e Daniele

Geolier si è aggiudicato la nomina di rapper dal cuore d’oro per aver dimostrato una grande umanità nei confronti del giovane Daniele Caprio, 17 anni, affetto da un sarcoma che lo ha portato via prima che Geolier vincesse la serata delle cover al Festival di Sanremo.

Il gesto di Geolier per la scomparsa prematura dell’amico Daniele

Daniele Caprio aveva solo 17 anni ed è morto per un sarcoma. Tutte le terapie al Santobono Pausilipon infatti sono state vane. La sua scomparsa ha toccato Geolier che ha voluto omaggiare, come riporta Il Corriere del Mezzogiorno, l’amico e il fan scomparso prematuramente. Nelle scorse ore Geolier si è recato da Daniele e dalla sua famiglia per un ultimo saluto. Ha portato al cimitero il premio vinto dopo l’esibizione con Gigi D’Alessio, Gué e Luché, riconoscimento che ha conquistato grazie al medley dal titolo “Strade”, composto dai brani Brivido, O’ primmo amore e Chiagne. Un gesto che non solo ha dimostrato la sensibilità e l’umanità di Geolier.

Durante il loro ultimo incontro, il giovane Daniele l’aveva incitato: “Sono sicuro che vincerai e se non ci sarò più io comunque ti starò accanto su quel palco”. Geolier aveva dedicato la sua “I p’ me, tu p’ te” a Daniele, dopo la sua esibizione sul palco del Teatro Ariston di Sanremo. In molti si sono chiesti chi fosse quel misterioso amico. Daniele non ce l’ha fatta ed è per questo che Geolier lo ha citato all’Ariston con un filo di commozione.

La storia del Daniele è stata segnata da una dura battaglia contro la malattia, un sarcoma che lo ha tormentato per cinque lunghi anni. In quei momenti difficili, Geolier è sempre andato a trovarlo, anche quando è stato trasferito nel reparto per le cure finali. Il giovane cantante ha sottolineato quanto Daniele gli abbia regalato, che nonostante le sofferenze sorrideva e affrontava la vita con coraggio. Geolier ha descritto il suo amico come una fonte di ispirazione. “Prima di partire per Sanremo non ho salutato neppure mia madre, sono corso all’ospedale da lui. Che mi ha salutato dicendomi simpaticamente ‘mi raccomando, sfunn tutt cos’. Quando eravamo insieme, chiudeva la porta e si sfogava con me, diceva che non ce la faceva più, che si sentiva settant’anni. Ma sorrideva, nonostante il dolore. Lui mi ha cambiato”.

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