Uno dei comoplici dell’omicidio del giovanissimo musicista, Giovanbattista Cutolo, è stato arrestato in Spagna per il suo coinvolgimento in un’inchiesta sul furto di un Rolex. I fatti sarebbero accaduti a Barcellona nelle scorse settimane. Il giovane è in custodia infatti da 15 giorni. Si era lasciato Napoli alle spalle poco dopo l’omicidio di Giovanbattista Cutolo, a quanto pare non è riuscito a cambiare il suo stile di vita.
Il giovane in questione, Anthony Mucci (fonte Repubblica) era uno dei due maggiorenni presenti la sera dell’omicidio di Giovanbattista Cutolo. Faceva parte del gruppetto che diede il via al battibecco con il musicista e che terminò con la sparatoria.
Omicidio Giovanbattista Cutolo
L’omicidio del giovane musicista avvenne lo scorso 31 agosto, in una sera qualunque, mentre si trovava a piazza Municipio con la sua fidanzata per mangaire un panino. La sua sfortuna più grande è stata imbeccare un gruppo di ragazzini violenti, armati e attaccabrighe. Futili i motivi che portararono alla lite, serie e gravissime le conseguenze. Tre colpi d’arma da fuoco e Giogiò è rimasto senza vita.
Napoli, in quell’occasione, non abbassò la testa. Il fatto era troppo grave per guardare dall’altro lato. In prima linea la madre di Giogiò, una combattente in cerca di giustizia. Sono stati tanti gli eventi organizzati alla sua memoria, anche sui Quartieri Spagnoli, luogo da cui proveniva il giovane assassino del 24enne.
Non dimenticare è un obbligo
Commemorazioni, eventi in suo onore, associazioni e ricordi trovarono il loro culmine nella giornata dei funerali di Giovanbattista tenutisi il 6 settembre. Un momento toccante ed emozionante. Piazza del Gesù era stracolma di gente. Tutti volevano essere presenti per Giogiò ma non solo. Chi c’era non ha abbassato la testa, ha voluto combattere. Ma oggi?
Purtroppo è naturale che gli eventi dedicati alla vittima si affievoliscano ma il ricordo di Giògiò deve essere sempre vivido. Se ne deve parlare nelle scuole, organizzare eventi a lui dedicati e tenere vivo il suo ricordo. Lo dobbiamo a Giovanbattista ma lo dobbiamo anche a noi stessi, a noi che crediamo in una Napoli migliore.