Per la prima volta nella storia, l’Italia raggiunge la finale dei Mondiali U20, e lo fa alla grande, dimostrando di essere una squadra eccezionale. Il centrocampista friulano classe 2006, nato da genitori napoletani, Simone Pafundi (di proprietà dell’Udinese), mette a segno un goal straordinario da calcio di punizione. Il pupillo di Roberto Mancini subentra al posto del leader tecnico della squadra, Baldanzi all’82’ e solo 4 minuti dopo dimostra le sue straordinarie doti. La stessa punizione è stata conquistata dal procidano attaccante della primavera del Napoli Giuseppe Ambrosino. In finale gli azzurrini se la vedranno contro l’Uruguay. Il tecnico Carmine Nunziata (direttamente da San Gennaro Vesuviano) è chiaro: “Faremo la storia solo se vinceremo!

La finale sarà visibile in chiaro su Rai 2 domenica 11 giugno a partire dalle 23:00.

C’è tanta Napoli in questa Italia U20

Sono tanti, i figli di Napoli in questa straordinaria Nazionale U20. Giuseppe Ambrosino è il numero 9 intoccabile di questa squadra. Fino ad ora ha segnato un solo goal, contro la Repubblica Dominicana, eppure il napoletano mister Nunziata non rinuncia mai al suo peso in area. Viene premiato per il suo spirito di sacrificio e il suo gioco spalle alla porta, ed ha comunque fornito un assist meraviglioso in profondità per Baldanzi nella gara contro l’Inghilterra. Ambrosino, in questo campionato mondiale sta dimostrando grande visione di gioco, intelligenza tattica, abilità nell’attacco alla profondità e velocità in progressione.

Francesco Pio Esposito (2005 giovanili Inter) è il fratello minore di Salvatore (2000 Spezia) e Sebastiano (2002 Bari in prestito dall’Inter). I tre fratelli Esposito sono di Castellammare di Stabia e tutti e 3 hanno sfide importanti domenica 11 giugno: mentre Francesco affronterà l’Uruguay in finale, Salvatore giocherà lo spareggio salvezza col Verona, e Sebastiano l’accesso in Serie A nella finale playoff contro il Cagliari.

Pafundi è da anni sulla bocca di tutti, da quando Mancini lo convocò per la prima volta in Nazionale Maggiore senza che avesse mai ancora esordito in Serie A. “Convoco prima Pafundi e poi tutti gli altri” aveva detto il CT pungolato dai giornalisti sbalorditi. Oggi ci accorgiamo di quanto il trequartista di origini napoletane cresciuto nel mito di un altro napoletano, Di Natale, sia forte.

Questa Italia U20 lancia un segnale chiaro: bisogna dare spazio ai giovani

Non solo Ambrosino, Esposito e Pafundi. Sono tanti i giocatori di livello in questa Italia U20. Baldanzi (2003) è già un nome ben noto, grazie alla grande stagione conclusa all’Empoli, ennesimo talento sfornato dalla cantera delle rondinelle. Il profilo più noto a livello internazionale è Casadei (2003, a segno anche stasera); ceduto al Chelsea dall’Inter, ha giocato un’ottima stagione in Championship, girato in prestito al Reading. Oggi è il capocannoniere degli azzurrini, serio indiziato per il premio di miglior giocatore del torneo. Altri nomi da attenzionare sono il capitano, Giovane, dell’Ascoli (2003), Faticanti della Roma (2004), Montevago della Sampdoria (2003) e Zanotti dell’Inter (2003).

Possibile che questi giovani di un’Italia capace di annichilire il Brasile, Inghilterra, Colombia e Corea (finalista dell’edizione precedente) non meritino spazio in Serie A? Ci si lamenta da anni dicendo che non nascano più talenti italiani per la Nazionale, e che per questo non partecipiamo più ai Mondiali. Eppure questi ragazzi stanno agevolmente dominando un torneo difficilissimo. In altri campionati un classe 2003 avrebbe già 50 presenze alle spalle. La mentalità dei club di Serie A va cambiata, e alla svelta.

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