
Ci sono voluti anni di incertezze, un’altalena continua tra prestazioni da top player e giocatore semplicemente normale, ma alla fine il 29enne centrocampista polacco Piotr Zielinski ha fatto breccia nei cuori dei napoletani. Gli è infatti stato dedicato a Quarto (NA) un gigantesco e bellissimo murale da P.EM. Art Napoli, come a Osimhen prima di lui. L’opera è di pregevole fattura. Si tratta di un vero e proprio dipinto, raffigurante il centrocampista in primo piano, con una veduta del Golfo di Napoli alle spalle ed una bandiera della Polonia. Spicca in alto a destra lo scudo tricolore con il numero 3 in nero.
Zielinski, l’arrivo al Napoli e le promesse parzialmente mantenute
Piotr è arrivato a Napoli a 22 anni dall’Udinese per 15 milioni più il prestito di Zuniga al Watford, fortemente voluto dall’allora tecnico azzurro Maurizio Sarri, che lo aveva allenato durante il suo periodo di militanza all’Empoli. I presupposti per cui sarebbe diventato un perno fondamentale per il Napoli c’erano tutti. Perfettamente ambidestro, dotato di grandi doti balistiche, tecnica, visione di gioco, rapidità nel dribbling; capace di giocare da esterno, mezz’ala e trequartista e contraddistinto da un’immensa dedizione al lavoro e al gioco di squadra.

Zielinski e la titolarità
Si affermò come perfetto sostituto di Marek Hamsik, ritagliandosi sempre più spazio grazie a prestazioni di livello. Segnò la sua prima rete in azzurro nella gara casalinga contro l’Inter terminata 3-0. Venne presto considerato “il tredicesimo uomo” nello scacchiere di Sarri. Fu, inoltre, tra i protagonisti della vittoria del Napoli a Torino contro la Juventus del 22 Aprile 2019 che aveva illuso i partenopei di aver vinto lo Scudetto.

Con l’arrivo di Ancelotti, e con la partenza del capitano slovacco, divenne finalmente titolarissimo. Eppure, nonostante reti di pregevoli fattura come quelle al Milan, o all’Inter nel campionato 2018/19, gli affezionati partenopei gli hanno sempre imputato limiti caratteriali. Spesso opaco, inconcludente, forse non troppo in grado a reggere la pressione in determinate gare.
I dubbi della piazza partenopea su Zielinski
La sua duttilità è stata paradossalmente un suo grande limite. Ancelotti prima, Gattuso poi e infine Spalletti lo hanno provato in svariati ruoli del centrocampo, ma risultava infine non trovarsi mai perfettamente a suo agio: inadatto come regista, troppo poco fisico per fare reparto a due con Fabian Ruiz, troppo poco lucido sotto porta per agire da trequartista. Molti supporter azzurri iniziarono ad addebitargli grosse responsabilità sugli insuccessi della squadra.

Scavalcato da Di Lorenzo per raccogliere l’eredità di Insigne come capitano del Napoli, e arrivato alla soglia dei 28 anni, e col contratto prossimo alla scadenza, si era ipotizzata una sua cessione. Il West Ham United, squadra londinese di Premier League, era pronto a versare 40 milioni nelle casse azzurre.
Ma Piotr ci aveva però visto lungo: voleva restare a Napoli e, finalmente, vincere.
L’agognato scudetto
Piotr comincia il campionato 2022/23 da titolare, formando un centrocampo di livello con Lobotka e Anguissa. Va immediatamente al goal all’esordio stagionale col Verona, ed in generale offre varie prestazioni maiuscole, come contro il Liverpool, in cui è autore di una doppietta. Come spesso gli accade, al ritorno dai mondiali, torna ad essere altalenante, non riuscendo più ad andare a segno, essendo tuttavia importante in fase di costruzione.

Alla fine il Napoli vince lo scudetto, ed il successo viene certificato proprio a Torino contro la Juventus. 5 anni prima Piotr aveva assistito da protagonista a “La grande illusione“. Allora aveva conquistato il calcio d’angolo che aveva portato al goal di Koulibaly. In questo caso è suo il passaggio in profondità per Elmas che porta al goal al volo di Raspadori. La sua reazione è tutta un piano. Mentre i suoi compagni corrono ad abbracciare il giovane attaccante emiliano, Piotr sorride e si accascia al suole a braccia aperte, guardando il cielo. Ci aveva creduto e ce l’aveva fatta. Proprio lui, uno dei pochi residui di quello spettacolare Napoli di Sarri (insieme al solo Mario Rui).

Nei festeggiamenti dell’agognato Scudetto napoletano è probabilmente il più scatenato. Il video-selfie di lui che canta a squarciagola “Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta!” è presto diventato virale sui social.
Zielinski, un futuro incerto
Ad oggi la permanenza di Zielinski è in dubbio: il ragazzo percepisce 3,5 milioni di stipendio, e difficilmente accetterebbe un ritoccamento a ribasso. Le trattative per il rinnovo non sono tuttavia concluse. Ma tutto ciò importa poco. Dopo 7 anni, 328 presenze con la maglia azzurra (ottavo in questa classifica davanti a Ciro Ferrara e alle spalle di Callejon), la perseveranza di questo ragazzo è stata riconosciuta. Come testimonia il nuovo murale di Quarto, Piotr Zielinski è un figlio di Napoli al 100%, per un giocatore che, tra alti e bassi, è stato tra i centrocampisti più forti della storia del Napoli.