Quello di Gianluca Gaetano al novantaquattresimo minuto è stato il primo goal di un napoletano doc nella stagione dello scudetto del Napoli. Come ci tiene spesso a ricordare Ciro Ferrara ai microfoni di DAZN, nel “suo” Napoli Campione nell’87 i campani erano addirittura 13, tra i vari (oltre a se stesso) Bruscolotti, De Napoli, Carannate e Celestini; paradossalmente, in una stagione orfana del capitano di mille battaglie Lorenzo Insigne, sembrava strano che il Napoli vincesse lo scudetto dopo 33 anni senza che ci fosse spazio per giocatori capaci di parlare il dialetto, che era da sempre una costante nello spogliatoio azzurro. Ebbene, Gaetano col suo meraviglioso goal contro l’Inter, ha invertito questa tendenza, iscrivendosi alla lunga lista dei marcatori stagionali, come a dire “questo scudetto è napoletano al 100%“. Tanta, l’emozione per questo ragazzo che in questa stagione ha vissuto un vero e proprio sogno.

Perché infondo Napoli è la città dell’inclusione. Magari il dialetto latiterà, ma come dimostrato da uomini quali Di Lorenzo, Zielinski e Mario Rui, napoletani si nasce, ma lo si diventa anche.

Gianluca Gaetano, dal 2011 promessa del Napoli

Era stato Ancelotti, il primo a credere nel classe 2000 prodotto del vivaio azzurro. Partiva da trequartista, ma il tecnico di Reggiolo voleva farne il nuovo Pirlo. Proprio all’ultima panchina partenopea di Re Carlo, nel 4-0 contro il Genk, Gaetano aveva bagnato la sua prima presenza Champions League. Il talento di Cimitile è nel Napoli fin dal 2011, ed oltre alla maglia azzurra ha vestito in due circostanze la maglia della Cremonese, con cui la passata stagione era stato protagonista, insieme a Fagioli e Carnesecchi della fantastica cavalcata dei lombardi in Serie A.

Quest’anno è rimasto ai margini della rosa, pur essendo considerato un elemento fondamentale da Spalletti, ma ha comunque collezionato 10 presenze, di cui 3 in Champions. Mica poco.

Gaetano è fortissimo e ve ne accorgerete!” ha detto Spalletti a DAZN. Solo il tempo ci dirà se Gaetano potrà meritarsi di prendersi il posto da titolare nel centrocampo azzurro, magari sognando la Nazionale, maglia che tante volte ha vestito nelle giovanili.

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