Cristian Lubrano sarà il super ospite dell’evento Premio Miniera che si terrà il prossimo sabato, 6 maggio, presso la Fondazione Foqus a partire dalle ore 18. Cristian Lubrano si è laureato Campione d’Europa e del Mondo nella disciplina del Kickboxing ma la sua storia non è sempre stata rosa e fiori.

Nel 2017, una settimana prima del Mondiale in Ungheria, Cristian si è tranciato parzialmente una gamba in un incidente in moto. Oltre a saltare il campionato, dovette affrontare una riabilitazione durissima di 8 mesi. Due anni più tardi poi fu arrestato in piena notte dai carabinieri per poi essere stato assolto un anno e mezzo dopo. A quel punto era già cominciata la pandemia. Il Covid porta via suo padre. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Cristian iniziò la sua rivalsa attraverso lo sport. Inizia anche a prendersi cura del prossimo, nello specifico dei senzatetto e prende a cura il canile di Ponticelli.

La presenza di Cristiano Lubrano al Premio Miniera è dovuta non solo al suo palmares sportivo ma ad un esempio di eroe napoletano essendo estremamente attivo nel sociale

Ciao Cristian, oggi sei un campione ma come hai mosso i primi passi?
“Tutto iniziò quando avevo 6 anni vedendo i film di Bruce Lee. Chiesi a mio padre di iscrivermi ad un corso di Kung fu. Così mi portò ad una dimostrazione di quello che ad oggi è il mio maestro, e mi innamorai di questa arte marziale. Poco dopo l’inizio del mio percorso però dovetti fermarmi Iniziò subito per dare attenzione alla scuola e a causa di vicissitudini della vita. Continuare il Kung Fu però era sempre un chiodo fisso. Dopo 10 anni ho ripreso”.

Le prime soddisfazioni?
“Iniziai a competere nei primi tornei, vincendo alcuni trofei regionali. Non tardarono ad arrivare anche quelli nazionali. Oggi dopo oltre 25 anni di carriera ho vinto 11 volte il Campionato Italiano, 35 volte il nazionale, due volte Campione europeo e una volta Campione del Mondo”.

Le tue battaglie sociali
“Una volta ho seguito il mio cane che si addentrava nel bosco e mi ha fatto conoscere un mondo che non conoscevo, quello animale. Ho iniziato ad aiutare gli animali con le ali spezzate. Quando poi sono staato in carcere ho conosciuto molte persone con tante difficoltà. Li aiutavo a leggere, li allenavo in palestra. Quando sono uscito vidi poi il canile di Melina. Sentivo abbaiare e non potevo voltarmi dall’altra parte. Iniziai ad aiutare anche loro con crocchette, farmaci e donazioni. infine mi occupo di sostenere i senzatetto con, tra le altre cose, pasti caldi d’inverno e salviettine fresche d’estate. Credo che al mondo bisogna essere più umani e meno bulli. Essere più altruisti e meno egoisti.”

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