Era il 1996 quando Federico Salvatore partecipò al Festival di Sanremo per la prima volta. Per l’occasione, portò in gara il brano “Sulla porta“. Una canzone che spiazza tutti. Non più quella musica in chiave ironico-demenziale bensì un testo profondo su una tematica a dir poco azzardata per l’epoca, soprattutto in una manifestazione come questa, dell’omosessualità.
Quasi 3 decenni prima da Rosa Chemical, Achille Lauro e tutti coloro che hanno portato in scena, temi scottanti, Federico Salvatore ne è stato un po’ il fautore. Tanto è vero che la Rai lo censurò per la frase originale: “Sono un diverso, un omosessuale” in “Sono un diverso e questo ti fa male.
Federico Salvatore a Sanremo nel 1996
Il brano “Sulla porta“, parla di un figlio che confessa ad una madre, già consapevole ma poco incline ad assecondarlo, la sua reale natura sessuale. Il giovane protagonista del testo di Federico Salvatore che ha portato a Sanremo nel 1996 ricorda alla madre tutti gli espedienti utilizzati dalla stessa per nascondere agli occhi della gente l’omosessualità del figlio e si libera urlando urlando tutta la sua soddisfazione e la sua voglia di far sapere a tutti la sua natura sull’uscio della porta in modo che anche i vicini possano sentire. Oggi diremmo coming out.
Il ragazzo, quindi, in questa aspra confessione, aprendo il suo cuore, concessa alla madre prima di raggiungere l’auto dove un ragazzo con il quale prospetta di rifarsi una vita lo sta aspettando. Rimprovera la donna di aver tappato i propri sogni e la propria natura cercando nel figlio un perfetto esempio della media borghesia, con un posto fisso ed una carriera promettente senza scandali o comportamenti immorali.
Disprezzato dalla critica
Federico Salvatore si piazzò al 13esimo posto. Non fu molto apprezzato e considerato dalla critica ma ha comunque lasciato un segno indelebile nella storia del Festival di Sanremo e soprattutto ha lanciato un messaggio chiaro e importante.