Sappiamo riconoscere quando agiamo con il nostro Io adulto o invece con l’Io infantile? O ancora, sappiamo quando agiamo per conto dell‘Io adulto o dall’Io giudice?
Differenze tra Io adulto ed infantile
Tutti noi abbiamo due facce dalle quali possiamo prendere decisioni diverse e vivere le cose da un punto di vista diverso. Una di loro è la nostra faccia protettiva e ferita. Il nostro IO infantile. Questa è capricciosa poiché è rimasta ancorata all’istinto e nella necessità di voler soddisfare subito tutti i bisogni; conosce solo quel modo di agire.
L’altra invece, è quella che conosce la retta via e mette in gioco le risorse richieste per raggiungerla. In questo caso si parla del nostro Io adulto. Questa parte sa che non può ricevere piacere in un modo continuo e capisce che possano esistere, anzi, più tipi di piacere con il raggiungimento di obiettivi a lungo termine.
Modello ideale
Il modello ideale sembrerebbe essere l’Io adulto. Il fatto di voler distruggere il nostro Io infantile, fa si, che resti ancora più infantile. Quando assumo che il mio Io infantile esiste e gli offriamo uno spazio, nel dargli il suo riconoscimento, diventa sempre meno capriccioso. Si calma e si permette essere guidato dall’Io adulto.
In alcune occasioni però accade che non sia l’Io adulto a guidarci, bensì, l’Io giudice. L’Io giudice, a differenza dell’io adulto, ci guida sì, ma all’ostilità, alla punizione, alle esigenze, incomprensione e paura.
Perché questi due sistemi si avvicendano? Perché si alternano? Perché abbiamo associato l’adulto al giudizio. Da piccoli abbiamo ricevuto giudizi da i nostri genitori, caregivers, professor creando cosa la definizione di che cosa sia per noi un adulto. Un adulto è una persona che giudica e perciò mi sento più responsabile e sotto controllo.
La corretta risposta che dovremmo darci è: “Adesso, da un posizione di consapevolezza ed amabilità, lascio stare tutte le parti di me che un giorno ho criticato. Mi amo e mi accetto così”. Una regola base che vale anche in amore.