Quando si pensa ai Quartieri Spagnoli la prima cosa che ci viene in mente è il folklore e la musica che suona nei vicoli di Napoli. L’unico rumore costante che non disturba mai e mette sempre di buon umore. La musica porta con sé un messaggio culturale. I suoni caratterizzano il contesto e segnano gli spazi geografici. Crea un legame radicale fra il suolo e il popolo napoletano. Come se ogni cosa, emozione o sensazione, attraverso di essa, fosse amplificata. La musica nei vicoli di Napoli è come uno stato d’animo, un grido, un pianto, una gioia. Diventa un mezzo di comunicazione ed è capace di conferire un’identità a questa città.
La canzone napoletana conserva origini settecentesche e ottocentesche e ha una rilevanza storica straordinaria nella musica italiana. Il genere neomelodico si pone, invece, come un fenomeno locale. Racconta di situazioni e realtà tipiche di alcuni vicoli napoletani. Questo segna una sostanziale differenza fra la musica napoletana e quella neomelodica.
Le origini della musica a Napoli
Il patrimonio musicale partenopeo è vastissimo. Comprende non solo la canzone napoletana classica, ma tutto il repertorio della musica sin dall’antichità. Nell’800 venivano inscenati degli spettacoli in cui erano presenti artisti di varia natura. La cosa interessante erano i canti che nascevano dall’improvvisazione. Qualcuno riusciva a raccogliere il meglio dall’ascolto di questi ultimi per essere rielaborato e trascritto. Parliamo di musicisti ambulanti, che vendevano fogli volanti, dette copielle, sui quali erano stampati brani o canzoni. Tali musicisti, conosciuti anche come posteggiatori, si esibivano nelle piazze e nei vicoli. Tutt’ora possiamo trovarli in giro per la città. Nel 1840, il brano Io te voglio bene assaje di Raffaele Sacco ha venduto 180.000 copielle. Questo rappresenta il passaggio dalla musica napoletana a quella d’autore.
Dalla canzone napoletana alla musica d’autore
La canzone napoletana d’autore è diventata famosa nel mondo per le sue melodie. I suoni melodici aleggiano su Napoli da sempre. Secondo la leggenda, il canto a Napoli è nato prima della sua fondazione. Quello della Sirena Partenope da cui poi ha preso il nome la città di Napoli. Nel 1200 è toccato alle lavandaie di Antignano, che intonavano un’antica filastrocca per invocare le giornate di sole. Fra questi canti, infatti, emerge Jesce sole. Questa nel tempo è mutata, ma resta la prima canzone napoletana popolare, considerata il primo brano del patrimonio musicale partenopeo. L’800 è l’epoca d’oro della canzone napoletana e questo è anche grazie alle poesie di grandi autori come Salvatore Di Giacomo, Ernesto Murolo, Libero Bovio, Vincenzo Russo e Edoardo Nicolardi. Le canzoni classiche napoletane sono state reinterpretate dai più famosi artisti italiani. Fra queste c’è la reinterpretazione di uno degli artisti partenopei più amati, Massimo Ranieri del brano Voce ‘e notte.
Fra le canzoni oggetto del patrimonio musicale dell’800, troviamo anche la reinterpretazione di Tu ca nun chiagne di Enzo Gragnaniello, definito la voce dei Quartieri Spagnoli. Lui ha anche denominato un album del 1983 “Salita trinità degli spagnoli”, ispirato alla via della sua casa nei Quartieri. Ha dedicato, inoltre, un pezzo a questi vicoli che si intitola la città delle razze, nel disco “Neapolis mantra“.
Gragnaniello è stato molto legato a Pino Daniele. Proprio nei Quartieri Spagnoli c’è un murale dedicato a lui e al suo ricordo. Pino amava Napoli alla follia e questa città ama lui, così come tutto il mondo. La sua musica è preziosa e la canzone Napule è lo dimostra. Un vero inno a questa città, ne descrive bellezze e contraddizioni. Un altro brano definito un inno della contemporaneità è Abbracciame di Andrea Sannino, fra i più famosi della scena musicale partenopea.
La scena musicale contemporanea
Dal mondo della musica neomelodica continuano a fuoriuscire nuovi talenti e sono sempre di più quelli che spopolano. Alcuni fra i più noti sono Maria Nazionale, Rosario Miraggio, Franco Ricciardi, Tony Colombo. La scena contemporanea del cantautorato napoletano vede protagonisti artisti come Tommaso Primo, nonché l’amico Dario Sansone, cantante dei Foja. La poesia dei Quartieri Spagnoli. In questo video girato insieme emerge la sintonia e l’amore per la musica che li unisce, palese nell’esecuzione di una canzone intonata fra note e sorrisi. Quest’ultima racconta di una strana storia d’amore. Se la musica nei vicoli di Napoli è servita su dei cuori giganti è anche grazie a loro e alle loro canzoni più belle.
Nella scena contemporanea partenopea spicca anche il Rap. Nell’ultimo periodo è un genere che ha raggiunto incredibili livelli di notorietà. Alcuni degli artisti più affermati sono proprio figli di questa città come Clementino, Luchè, Ntò, Geolier e altri. Fra questi c’è Livio Cori, originario dei Quartieri Spagnoli. Il rapper ha dedicato l’album “Montecalvario” proprio al quartiere dov’è nato.