La natività Foto di Alessandro Silva

Ma a te… te piace ‘o presepe?” La celebre frase di Eduardo De Filippo nella sua commedia Natale in casa Cupiello racchiude tutto il significato di ciò che rappresenta il presepe napoletano nella cultura partenopea. Luca Cupiello protagonista della commedia, interpretato dallo stesso Eduardo, è un amante delle tradizioni natalizie e in particolare del presepe.

Natale in Casa Cupiello

Per questo fatto, la moglie e il figlio Tommasino (Nennillo) lo giudicano “all’antica”. Una persona che fatica a distaccarsi da certe credenze. Da qui si sviluppa tutta la trama della commedia in cui Luca Cupiello preso dal suo incanto natalizio raggira la realtà in cui si consuma la tragedia familiare. Il concetto di famiglia, la perdita di certi valori, le tradizioni il simbolo di ciò che rappresenta il presepe napoletano nei personaggi e nella storia di ognuno di loro. Tutto questo crea un interrogativo tra chi è favorevole e chi invece è contrario.

Cenni storici

La nascita del presepe risale a San Francesco, che nel 1223 lo realizza a Greccio. Un paesino in provincia di Rieti. Inizialmente il presepe era rappresentato dalla sola Natività come narrata dai Vangeli. Nel 1700 a Napoli, nacquero le prime raffigurazioni del presepe ambientato in città. In aggiunta alla Natività, per la prima volta compaiono alcuni personaggi nuovi ispirati alla realtà del popolo partenopeo. A dare inizio all’arte presepiale napoletana fu il Re Carlo III di Borbone che, appassionato per le arti manuali, fece realizzare le prime statuine in terracotta. Lo “scoglio”, come era definita la scenografia del presepe si trasformò in un paesaggio di montagne, vicoli scalinate e ruscelli. Gli artigiani dell’epoca, con la loro maestranza e creatività, realizzarono i primi “pastori” con abiti di stoffa provenienti dagli opifici di San Leucio. Il presepe napoletano divenne così l’insieme di ciò che è sacro e profano, uno spaccato della vita dell’epoca unito alla nascita di Gesù.

Oggi durante il periodo natalizio i napoletani si recano a via San Gregorio Armeno, la strada del centro storico famosa per le sue botteghe per aggiudicarsi l’ultimo “pasturiello” mancante. Anche i turisti presenti in città amano passeggiare per questa via folcloristica simbolo della tradizione non solo religiosa ma anche rappresentante dell’artigianato napoletano che si tramanda da generazioni.

I personaggi del presepe napoletano

Ogni personaggio presente sul presepe napoletano ha un suo significato e storia specifica. Qui sotto proviamo a fare un elenco di tutti i personaggi protagonisti.

Foto e presepe di Alessandro Silva
Foto e presepe di Alessandro Silva
  • Benino
    Il primo personaggio è Benino, il pastorello che dorme. Alcune leggende narrano che il presepe nacque proprio da un suo sogno. Simboleggia l’attesa del Natale, evento miracoloso per tutti noi.
  • Il cacciatore
    Pastore raffigurato con un fucile anche se ciò può sembrare anacronistico, rappresenta la morte e il ciclo della vita.
  • Il pescatore
    Con la sua canna da pesca è definito il “pescatore di anime”. Il pesce è il simbolo dei cristiani perseguitati dall’impero romano.
  • Lavandaia
    Nei pressi del fiume troviamo la lavandai. Questo personaggio rappresenta la purificazione attraverso teli puliti e profumati.
  • La Sacra Famiglia
    Detta Natività. Maria, Gesù e Giuseppe posizionati in una grotta con il bue e l’asinello e un angelo a benedire la nascita di Cristo.
  • Il vinaio
    Venditore di cibo e luogo di perdizione. Gli si può anche attribuire il simbolo dell’Eucarestia. Fa parte dei 12 mesi dell’anno come: Gennaio Macellaio o Salumiere, Febbraio venditore di formaggi, Marzo pollivendolo, Aprile venditore di uova, Maggio coppia di sposi con un cesto di ciliegie, Giugno panettiere, Luglio venditore di pomodori, Agosto venditore di angurie, Settembre contadino o seminatore, Ottobre vinaio, Novembre venditore di castagne, Dicembre pescivendolo.
  • Ciccibacco
    Personaggio pagano. Ciccibacco ‘ngopp a vott rappresenta il Dio del vino.
  • La zingara
    Raffigurata con un bambino in braccio, simboleggia la profezia della fuga in Egitto e la passione di Cristo; ma anche la nascita del Bambino e non per questo è da attribuire solo per sventure e dolore.
  • Re magi
    Baldassarre, Gasparre e Melchiorre
    ognuno porta un dono per il Messia. Vanno posizionati vicino la grotta il 6 gennaio come da tradizione.
  • I due compari zi’ Vicienzo e zi’ Pascal
    Sono raffigurati mentre giocano a carte, i due compari rappresentano il Carnevale e la Morte.
  • I zampognari
    Musicisti che con l’arrivo del Natale suonano motivi natalizi tradizionali.
  • Stefania
    E’ una giovane donna non sposata che incamminandosi verso la Natività viene bloccata dagli angeli. Stefania fingendosi incinta con una pietra avvolta nelle fasce riuscì ad arrivare al cospetto di Gesù il giorno seguente. Alla presenza della Madonna avvenne il miracolo; la pietra si trasformò in un bambino, Santo Stefano, festeggiato il 26 dicembre.
  • ‘A Meraviglia
    Personaggio vicino alla grotta con le braccia alzate e lo sguardo verso l’alto pieno di stupore.
  • Il monaco
    Simbolo di ciò che è Sacro e Profano
  • La meretrice
    Simbolo erotico contrapposto alla purezza della Vergine posizionata nei pressi dell’osteria.

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