Gennaro Giugliano è un giovane napoletano di 24 anni, nato e cresciuto ai Quartieri Spagnoli. Fotografo di professione, racconta la quotidianità di questo luogo magico attraverso gli scatti. Dalle sue fotografie emergono dettagli diametralmente opposti a ciò che si racconta in TV e sui giornali. Come tanti altri suoi coetanei si è posto l’obiettivo di rivalutare questo territorio.

Si definisce come metà uomo e metà Reflex. Gira sempre in strada con la sua fidata amica per cogliere gli attimi, quelli più spontanei e veritieri, dei Quartieri Spagnoli e dei suoi abitanti. Di seguito l’intervista a Gennaro Giugliano.

Ciao Gennaro, raccontaci come nasce la tua passione per la fotografia.
“La mia passione nasce all’età di dieci anni quando mio zio per la prima volta mi portò allo stadio. Non nello studio ma davanti alle telecamere. Lì esplose in me un qualcosa che neanche oggi riesco a spiegarmi. Come se ce lo avessi dentro. Con il tempo scattavo solo con il cellulare fino ad arrivare al età di 19 anni. Da questa età mi sono trovato a raccontare il mio quartiere come sfida personale e interpersonale. Li ho approfondito e capito che nelle viscere della mia anima ci fosse la fotocamera che scattasse ogni attimo che percepivo e vivevo. Ascolto e racconto il quartiere a modo mio.”

Sei sempre soddisfatto del tuo operato?
“Sono sempre molto critico verso il mio operato. Credo si possa sempre migliorare. Cerco spesso di dare il meglio di me affrontando ogni lavoro con la massima serietà e professionalità. Si può sempre sbagliare ma l’importante è avere l’umiltà di ammetterlo e cercare di rimediare. Credo non esista la perfezione, meglio cosi.”

Il tuo soggetto preferito è il luogo in cui sei nato e cresciuto, i Quartieri Spagnoli. Questo luogo quanto ti ha influenzato nel percorso umano e professionale?
“Beh mi ha influenzato tantissimo perché sono cresciuto in maniera differente rispetto ad altri ragazzi di altri posti. Qui a dodici anni già sappiamo cosa vogliamo fare da grande. Nel percorso professionale sono stato accompagnato da grandi persone che ho avuto l’onore di conoscere come Riccardo Piccirillo, Sergio Siano, Giuseppe Riccardi, Salvatore Iodice e tanti altri più che fortuna mi hanno fatto capire da subito come bisogna lavorare e in che modo.”

Molti sostengono che è difficile emergere da una realtà come quella dei Quartieri Spagnoli. Cosa ne pensi?
“Penso che sia un errore commesso dalle istituzioni che esaltano ragazzi cresciuti in altri posti. Nel nostro piccolo cerchiamo di far prendere ai ragazzi la strada giusta e molti stanno rispondendo bene. Negli ultimi anni tramite AQS (Associazione Quartieri Spagnoli) e Miniera, molti ragazzi e bambini hanno trovato la loro strada. Credo sia un vero e proprio pregiudizio. Nell’ultimo – prosegue Gennaro Giugliano durante l’intervista – anno si sono messi in risalto Biagio Manna che ha preso parte del film candidato agli oscar “È stato la mano di Dio” poi c’è Carmine Monaco che ha fatto svariate parti ma come loro altri tanti ragazzi che muovono il quartiere con energie positive.”

I Quartieri Spagnoli da te rappresentati sono ben diversi da quelli che vediamo in Tv. Come te lo spieghi?
“L’errore più grande che fanno i giornalisti è quello di guardare il negativo. Fateci caso non si parla mai in maniera positiva di questo luogo. In questi anni un’associazione ha tolto la spazzatura e messo degli alberi. Si è creato una strada totalmente pedonale. Se dovessi darti una risposta è che a loro piace raccontarla così perché gli conviene e fa hype.”

Cosa vuoi trasmettere con le tue foto?
“Questa è una domanda che mi fanno in molti ma cerco di trovare me stesso e la mia anima tramite le foto che faccio. Sono sempre in cerca di qualcosa che mi dia sensazioni positive. Cerco di creare sempre un mood. Metto le cuffie e mi immergo nel mio mondo scendendo nelle viscere della mia anima esponendole tramite le mie foto.”

Cosa consigli ai giovani fotografi? In particolare, quelli come te che partono da quartieri denigrati e malvisti.
“Come dicevo in precedenza sono stato fortunato perché nel mio percorso ho trovato persone che mi hanno stimolato e cercato di implementare la mia cultura fotografica che è ancora abbastanza acerba, la cosa che consiglierei è quella di raccontare la nostra realtà perché solo noi sappiamo cosa significa partire dal basso, essere del ghetto, dei Quartieri Spagnoli. Solo noi riusciamo ad avere credibilità fotografica perché sappiamo rapportarci con alcune dinamiche di certi posti. La cosa che consiglierei ai giovani è di viaggiare con la macchina fotografica e vedere quanti più posti possibili cosi da aprire la vista e allargare la propria visione.”

Si ringrazia Gennaro Giugliano per l’intervista

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