Arkadiusz Milik è un nuovo giocatore della Juventus: l’attaccante polacco ex Napoli torna in Italia, a Torino sponda bianconera dopo due anni al Marsiglia. Resterà in prestito fino al 2023, con diritto di riscatto fissato a 7 milioni. Cifre molto contenute, se si pensa che alla partenza di Higuain il Napoli sborsò ben 32 milioni all’Ajax. Arek torna dunque a giocare in Serie A, dove si aggiungerà anch’egli ad una lunga serie di “traditori” del Napoli. Tra questi abbiamo vari esponenti di spicco, quali Zoff, Altafini, Ferrara, Fonseca, Cannavaro, Quagliarella e Higuain. Degni di nota sono Michele Pazienza e Leandro Rinaudo. A fare il percorso inverso furono invece Omar Sivori, Marcelo Zalayeta, Emanuele Giaccherini e Fernando Llorente. Allenatori comuni ad entrambi i club sono stati Marcello Lippi, Claudio Ranieri, Maurizio Sarri e Carlo Ancelotti, il quale però ha allenato il Napoli solo in seguito.
Dino Zoff
Passato al Napoli dal Mantova dopo un lungo corteggiamento milanista, Dino Zoff difese i pali azzurri dal 1967 al 1972, prima di passare alla “Vecchia Signora“. Il suo palmares si sarebbe certamente ampliato una volta approdato in bianconero, ma già da portiere del Napoli si laureò Campione d’Europa nel 1968. A Torino si consacrò come uno dei portieri più forti della storia del calcio mondiale. Fu capitano della Nazionale Italiana campione del mondo in Spagna ’82.
José Altafini
Il “Core ‘ngrato” per eccellenza. L’italo-brasiliano José Altafini dopo anni in azzurro si trasferì in bianconero già trentaquattrenne, insieme al compagno Zoff, accettando il ruolo di riserva dei titolari Bettega e Anastasi. Tuttavia era spesso decisivo subentrando a gara in corso, e i tifosi partenopei non dimenticheranno mai la rete segnata allo scadere di Juventus-Napoli del 1975, che permise ai bianconeri di staccare gli azzurri e di aggiudicarsi lo scudetto. Da qui il soprannome cuore ingrato.
Ciro Ferrara
Posillipino doc, Ciro Ferrara era un punto fermo della retroguardia azzurra nei gloriosi anni di Maradona. Vincitore, insieme ai compagni, di due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana ed una Coppa Uefa, Ferrara fu insignito dei gradi di capitano dopo la partenza di Diego. Nell’estate del ’94, complici anche i problemi economici del club, abbandonò la compagine partenopea, seguendo l’allenatore Marcello Lippi. Con la Juve arricchì il suo palmares, vincendo anche la Uefa Champions League nel 1996.
Daniel Fonseca
Il forte centravanti uruguagio Daniel Fonseca conta in due anni collezionò 69 presenze e segnò 39 reti con la maglia azzurra. Seguirono 3 anni alla Roma prima di 4 alla Juventus. In bianconero vinse uno scudetto ed una Supercoppa Italiana, anche se il suo rendimento fu limitato a causa di infortuni.
Fabio Cannavaro
Il difensore centrale di Fuorigrotta, cresciuto a ridosso dell’allora Stadio San Paolo, era uno dei migliori prospetti della primavera del Napoli. A lungo fece il raccattapalle, accanto agli idoli Maradona e Ferrara, sognando di esordire con la maglia azzurra. Il suo sogno divenne realtà quando Marcello Lippi decise di utilizzarlo come titolare nella stagione 93-94. Nella stagione successiva esordì in Coppa Uefa e mise a segno la sua prima rete contro il Milan. Sebbene avesse più volte dichiarato di voler restare in azzurro a vita, anch’egli dovette accettare la cessione, a causa dei problemi economici del club. Si trasferì dunque al Parma, dove in 7 anni di militanza vinse due Coppe Italia, una Supercoppa Italiana ed una Coppa Uefa. Si trasferì successivamente per due anni travagliati all’Inter prima di approdare alla Juventus, dove rimase fino al 2006, anno della retrocessione a tavolino in seguito a Calciopoli. Qui vide sfumare il suo unico scudetto vinto, revocato alla Juve dalla procura. Da campione del mondo si trasferì al Real Madrid per tre stagioni, prima di tornare alla Juve sotto la guida dell’ex compagno Ciro Ferrara. La stagione bianconera fu disastrosa, ma si ricorda l’incontro Juventus-Napoli 2-3 che vide per la prima volta i fratelli Cannavaro affrontarsi da avversari.
Fabio Quagliarella
Fabio Quagliarella, attaccante di Castellammare di Stabia, rimase al Napoli per una sola stagione, la 2009/10, nella quale giurava amore per la maglia azzurra. Con Lavezzi ed Hamsik formava un tridente d’attacco da capogiro. In poco tempo divenne uno degli idoli del tifo e con 11 reti segnata stagionali fu vice-capocannoniere della squadra alle spalle del centrocampista slovacco. Nello stupore generale, venne ceduto alla Juventus in prestito oneroso con diritto di riscatto. I tifosi lo bollarono immediatamente come traditore. Qui vinse 3 scudetti, imponendosi come uno dei maggiori esponenti della rinascita bianconera dopo Calciopoli. Anni dopo, Fabio chiarì di non aver lasciato Napoli per sua scelta. Era stato infatti vittima dell’agente di polizia Raffaele Piccolo, incriminato poi per stalking, che aveva recapitato a lui lettere contenenti ricatti e al club azzurro fantomatiche prove di legami del giocatore con la camorra. Al fine di evitare grattacapi con la giustizia, De Laurentiis si convinse a venderlo alla Juventus. Fabio si è detto nel tempo molto rammaricato di non aver proseguito la carriera nella sua Napoli, e lo stesso ADL ha ammesso di essere contrariato di non aver creduto alla professionalità del giocatore.
Gonzalo Higuain
Gonzalo Higuain era letteralmente il re di Napoli. In 3 sole stagioni era riuscito a far dimenticare completamente ai tifosi Edinson Cavani a suon di goal, ben 91 in 143 presenze. In particolare si era distinto nella stagione 2015/16, nella quale superò il record di goal in una singola stagione appartenuto a Nordhal. Il suo 36esimo goal fu da cineteca, come sottolineato dagli sbalorditi telecronisti Maurizio Compagnoni e Lele Adani. In quell’estate accadde l’impensabile: Gonzalo si trasferisce alla Juventus che paga la clausola rescissoria di 90 milioni imposta da De Laurentiis sul suo cartellino. Decisiva fu la volontà dello stesso attaccante argentino, il quale in conferenza stampa a Torino spiegò che il modo di pensare del patron azzurro fosse completamente diverso dal suo. Da allora Gonzalo segnò ben 6 goal contro la sua ex squadra accrescendo sempre di più l’odio dei supporter azzurri che tanto lo avevano amato ed idolatrato in precedenza. Il goal che pesò fu però messo a segno contro l’Inter. Nel corso della contestatissima gara Inter-Juventus del 2018, Gonzalo insaccò di testa su calcio d’angolo il goal del definitivo 2-3 che ammazzò psicologicamente i giocatori azzurri. Il sogno scudetto sfumò definitivamente. Con merito, Higuain è il nuovo “Core ‘ngrato“.
Marcello Lippi
Lippi venne ingaggiato dal Napoli, per la stagione 93/94, dall’ex allenatore e general manager azzurro Ottavio Bianchi, individuato come uomo ideale per fronteggiare la difficile situazione societaria del club. L’allenatore di Viareggio conquistò il sesto posto, qualificando il Napoli in Coppa Uefa. Suo grande merito fu quello di far esordire i giovanissimi Fabio Cannavaro e Pino Taglialatela che presero il posto da titolare senza mai perderlo nel corso della stagione. Successivamente si trasferì alla Juventus, dove scrisse la storia: cinque volte campione d’italia, una Coppa Italia, 4 supercoppe italiane e soprattutto la Uefa Champions League del 1996. “Bravino”, l’allenatore che avrebbe poi guidato la Nazionale Italiana a vincere i Mondiali in Germania del 2006.
Maurizio Sarri
Il passaggio di Sarri alla Juventus per la stagione 2019/20 non fu digerita dai tifosi azzurri. Proprio lui, che parlava di conquistare il “palazzo“. In azzurro aveva incantato tutta Europa col suo gioco fatto di tocchi di prima e pressing alto che rendeva il Napoli un fiore all’occhiello della Serie A; aveva fatto sognare lo scudetto con quei 91 punti conquistati. Alla presentazione in bianconero, di ritorno dalla sua unica stagione al Chelsea, Sarri chiarì di aver accettato l’offerta di quello che era il club più importante d’Italia e che da professionista non avrebbe potuto rinunciare. Fischiatissimo al suo ritorno al San Paolo da avversario, venne sconfitto sia in campionato per 2-1 che nella finale di Coppa Italia ai calci di rigore. Vinse tuttavia lo Scudetto.
Arek Milik, ultimo napoletano ad approdare alla Juventus
Milik entra dunque in questa lunga lista. Giocatore che in azzurro è stato piuttosto sfortunato. Arrivato per sostituire Higuain per 32 milioni dall’Ajax aveva iniziato alla grande, prima di fermarsi per la rottura del legamento crociato sinistro prima e del destro poi. Spesso decisivo con goal di pregevole fattura, ma sovente criticato per i suoi errori in situazioni non difficili, cosa che a molti ha ricordato l’esperienza in azzurro di Hasse Jeppson. Capocannoniere del Napoli nella stagione 2018/19. Chiude di fatto l’esperienza con il rigore decisivo segnato alla Juventus che assegnò agli azzurri la Coppa Italia nel 2020, alla ripresa post quarantena da Covid-19. Successivamente, avendo rifiutato il rinnovo alle cifre offerte dal club così come diverse opportunità di trasferimento, venne messo fuori rosa da ADL e ceduto al mercato di gennaio al Marsiglia. Si ricordano diversi commenti sarcastici, esplicitati in questo periodo nei confronti del patron azzurro. Oggi approda anch’egli alla Juventus, con la speranza dei napoletani che non si riveli essere l’ennesimo “Core ‘ngrato“.