Dries Mertens

Adesso è ufficiale, dal 1 luglio 2022 Dries Mertens non è più un giocatore tesserato dal Napoli. Il contratto del belga più napoletano di tutti è, infatti, arrivato a scadenza senza alcuna voce concreta sul rinnovo. Ciò che sembrava uno spauracchio è diventato realtà. Oggi il Napoli perde un pezzo di storia: dopo Lorenzo Insigne i partenopei vedono partire a parametro zero Faouzi Ghoulam, David Ospina, Kevin Malcuit e proprio Dries Mertens. Ciò non significa che automaticamente “Ciro” non possa comunque restare all’ombra del Vesuvio ma, al momento, ci sono più incognite che risposte.

Il giorno in cui Napoli scoprì Dries Mertens

Era il 2 ottobre del 2012 e il Napoli era impegnato in Europa League. Andava in scena PSV Eindoven-Napoli, valevole per le qualificazioni alla fase finale della competizione. Il Napoli in campo è poca cosa, visibilmente distratto dagli impegni di campionato, soccombe per 3 reti a 0 senza mai rendersi pericoloso. Tuttavia i riflettori sono tutti puntati verso un venticinquenne che sta dominando in lungo e in largo, un certo Dries Mertens che in quell’incontro è devastante. A dir poco immarcabile per i poveri Cannavaro, Aronica, Fernandez, Mesto e Dossena che si vedono perennemente superati. Goal e assist per il folletto. Mazzarri e Bigon non hanno dubbi: “Dobbiamo prendere quel ragazzo!“. Detto fatto, il 24 giugno del 2013 i partenopei versano 9 milioni di euro nelle casse del PSV acquistando a titolo definitivo il belga, pronto per il nuovo Napoli targato Benitez.

Dries Mertens al PSV

Nel ritiro di Dimaro i tifosi, colmi di aspettative dato il peso del nuovo tecnico spagnolo, di punto in bianco si ritrovano a ridere a crepapelle ad ogni frase borbottata in un pessimo italiano dal nuovo acquisto, che si rivela subito una persona speciale. Mertens entra quindi, da subito, nelle simpatie dei napoletani, quasi oscurando i vari Higuain, Abiol e Callejon arrivati dal Real Madrid.

Presentazione di Mertens al Napoli

La prima rete di Mertens con la maglia del Napoli

Il belga strega Rafa Benitez che, però, lo considera un’alternativa a Lorenzo Insigne, data la parità di ruolo di esterno sinistro. Esordisce alla prima di campionato il 25 agosto del 2013 subentrando a Marek Hamsik al minuto 71. Gli bastano pochi minuti per dimostrare le proprie qualità: segna immediatamente, anche se la rete viene annullata per offside.

Il primo centro ufficiale arriva più tardi, il 30 ottobre durante un Fiorentina-Napoli, ed è una magia. Scambio sulla trequarti con Higuain, che serve Mertens in profondità. Il belga gira intorno a Joaquin e passa tra questi e Pizarro; Savic è ingannato dal movimento di Pandev e raggiunge il portatore di palla con quel secondo di troppo che permette a Dries di tenerlo a distanza; entrato in area calcia col sinistro a incrociare battendo Neto. 2-1 per il Napoli. Dries Mertens si presenta, dunque, al calcio italiano: giocatore funambolico e geniale capace di far sembrare facili cose difficili, divertendosi con la palla tra i piedi.

La staffetta con Isnigne

Mertens si sente forte e vuole spazio, tuttavia nelle gerarchie resta alle spalle del futuro capitano azzurro. Le sue prime annate al Napoli sono contraddistinte da una turbolenta staffetta tra costoro. Di solito Dries parte titolare in coppa, mentre subentra a Insigne in campionato, risultando spesso decisivo, come in occasione di Napoli-Juventus, in cui gli bastano pochi secondi per superare Buffon portando gli azzurri al successo finale.

Mertens e Insigne

Da Dries a Ciro

La stagione della definitiva consacrazione è la 2016/17. In estate tutta Napoli era sconcertata dal traserimento di Gonzalo Higuain alla Juventus. Gli attaccanti azzurri sono Manolo Gabbiadini e il neo acquisto Arek Milik. Manolo pare accusare la pressione da centravanti titolare e non convince il tecnico Maurizio Sarri. Milik sembra pronto a scardinare qualsiasi difesa ma, in ritiro con la nazionale polacca, si rompe il legamento crociato del ginocchio sinistro. Sarri le prova tutte e alla fine opta per il falso nueve: Mertens va, quindi, a comporre “il tridente dei piccoletti” insieme a Insigne e Callejon. La scelta ripaga e, grazie al tiki taka del mister toscano, il Napoli è, agli occhi di tutti, la squadra che esprime il miglior calcio della Serie A e uno dei migliori d’Europa. Tecnici del calibro di Arrigo Sacchi, Pep Guardiola e Zinedine Zidane tessono le lodi del Napoli e del suo centravanti belga.

Il tridente Mertens-Insigne-Callejon

I napoletani stravedono per Dries, in virtù del rendimento in campo e, soprattutto, per la personalità istrionica e la disponibilità dimostrate nella vita di tutti i giorni. I suoi goal sono un insieme di grande classe ed una inconfondibile cazzimma, virtù pretesa a chi scende in campo al San Paolo. Le immagini dell’esultanza con la linguaccia imitando il magazziniere Tommaso Starace fanno il giro del web. I tifosi iniziano dunque a riferirsi a lui come Ciro, il belga dal cuore partenopeo.

Ciro nella storia

Nove stagioni dopo, a 35 anni, Mertens è il miglior marcatore all times del club azzurro: 148 goal superando un certo Diego Armando Maradona. Nonostante l’età e il minor spazio riservatogli dal tecnico Spalletti risulta ancora decisivo. Il più grande gesto d’amore compiuto è stato, senza dubbio, chiamare Ciro suo figlio, napoletano di nascita.

Mertens e suo figlio Ciro

Possibile che una storia d’amore così bella debba terminare in questo modo, nel silenzio più totale da parte della società e senza alcuna vera riconoscenza al protagonista di tante vittorie? Da quanto trapela il problema non sembra economico ma di gerarchie di squadra. Di certo a 35 anni Ciro difficilmente riuscirebbe a giocarle tutte da titolare e dovrebbe accettare, perciò, un ruolo da comprimario. Solo il tempo ci dirà quale sarà il futuro di Mertens. Intanto i napoletani sperano ancora nel più classico dei plot twist cinematografici, tanto cari al patron De Laurentiis; chissà se i supporter potranno ancora intonare: “Olè olè olè olè, CIRO, CIRO!

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