2 giugno 1946, in Italia la guerra è conclusa e con essa anche la dittatura. Gli italiani furono chiamati alle urne per decidere da lì in poi la nuova forma di governo da dare al paese. Per la prima volta, in occasione del Referendum Monarchia o Repubblica fu proclamata una votazione a suffragio universale. Il 18 giugno la corte di cassazione, dopo 85 anni di regno, sancì la nascita della Repubblica Italiana.
Il presidente eletto fu il napoletano Enrico De Nicola che acquisì la carica “di diritto” dal premier Alcide De Gasperi, dopo un lungo lavoro diplomatico fatto tra i vari partiti politici. Il secondo, in ordine di successione, fu Luigi Einaudi che rappresentò in effetti il primo capo dello stato eletto secondo le modalità previste dalla nuova costituzione. Nel 1964 è la volta di Giuseppe Saragat, leader socialdemocratico che ebbe un ruolo determinante per l’Alleanza Atlantica. A causa di situazioni politiche contrastanti, egli risultò determinante nel dialogo con gli Stati Uniti. Durante il suo mandato conferì la carica di Presidente del Consiglio al democristiano Aldo Moro.
Presidenti della Repubblica: dal 1971 agli anni ’90
Giovanni Leone, docente in diritto penale fu in carica dal 1971 al 1978. Il partenopeo si rese protagonista del primo scioglimento delle camere avvenuto nel 1972 ed una seconda volta nel 1976. Dopo lo scandalo Lockheed in cui si trovò coinvolto, si dimise con sei mesi d’anticipo. Arrivano l’elezioni del 1978 dove si registrò il più ampio margine di voti per il presidente “Partigiano” Sandro Pertini. Grazie alla sua forte personalità venne definito “Il presidente degl’italiani”. Si oppose durante la dittatura al regime di Mussolini ed è per questo che nel 1925 fu condannato ad otto mesi di carcere. Scappò in Francia insieme all’amico Filippo Turati per poi ritornare in patria solo dopo diversi anni riorganizzando il suo progetto politico di lotta al fascismo.
Di idee socialiste, in una famosa dichiarazione disse: “Non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà”. All’età di 57 anni Francesco Cossiga fu il più giovane presidente della storia repubblicana italiana. Uomo dai toni forti, soprannominato “il ministro di ferro”. Con il termine “picconate” si definirono i suoi interventi pubblici. La volontà principale era quella di cambiare gli assetti politici-istituzionali che si erano creati dopo la seconda guerra mondiale. Durante un discorso affermò: “Mi dimetto per servire lo stato”.
Ciampi e l’adozione dell’Euro
Dal 1992 sono anni difficili, dopo la strage di Capaci arrivò al Quirinale Oscar Luigi Scalfaro. Laureato in giurisprudenza, il magistrato affrontò un periodo molto complesso per il paese, tra i quali la stagione di Tangentopoli che determinò la fine della così detta Prima Repubblica. Durante il governo Amato si rifiutò di firmare il decreto Conso sul finanziamento illecito dei partiti ritenendolo incostituzionale. Fu tra i primi a sostenere la necessità di una nuova legge elettorale.
Il decimo Presidente della Repubblica italiana fu il banchiere Carlo Azeglio Ciampi. Egli è ritenuto una figura fondamentale per l’adozione dell’euro da parte dell’Italia godendo della stima di molti dirigenti europei. Ebbe un duro scontro con la Lega Nord che sosteneva politiche contro la moneta unica. La fase più difficile del suo mandato fu caratterizzata dall’incomprensioni con Silvio Berlusconi in tema di politica estera. Si rese protagonista della reintroduzione della parata militare nel cerimoniale della Festa della Repubblica del 2000.
I giorni nostri
Con 8 anni e 244 giorni Giorgio Napolitano è stato il Capo dello Stato più a lungo in carica. Terzo presidente di origine napoletana, risultò anche il più anziano ad essere eletto. Membro del Partito Comunista italiano dovette far fronte a varie crisi di governo. Nel 2011 a causa di una grave situazione economica formò un governo tecnico presieduto dal professore Mario Monti.
Ultimo in ordine temporale, è il presidente Sergio Mattarella. Di origini siciliane, è fratello del politico Piersanti Mattarella ucciso dalla mafia nel 1980. Ha ricoperto la carica di presidente per un primo mandato nel 2015 e in un secondo nel 2022 ancora in corso. Nel febbraio 2021 dopo la sfiducia votata in parlamento al premier Giuseppe Conte si aprì una nuova crisi di governo. Dopo varie consultazioni con i partiti si decise di dar vita ad un nuovo esecutivo tecnico chiamando in causa l’ex governatore della BCE Mario Draghi, con l’obiettivo di traghettare il paese fuori dall’emergenza causata dalla pandemia Covid-19.