Il campionato di Serie A Femminile 2021/2022 termina con il verdetto più amaro possibile per il Napoli. La disfatta casalinga nel derby campano con il Pomigliano per 1-3 ha certificato la retrocessione in Serie B.

Cos’è andato storto nella stagione azzurra? Il giornalista nonché responsabile dell’ufficio stampa della Napoli Femminile Gianluca Monti ha risposto così ai nostri microfoni.

A mente fredda, qual è la prima cosa a cui pensi in merito a questa retrocessione?”

Io dico sempre che si retrocede alla prima giornata, non all’ultima. Nell’ambito della programmazione qualcosa non ha funzionato. Abbiamo provato ad aggiustare in corsa e, numeri alla mano, mentre la gestione di Pistolesi aveva portato 7 punti in 9 partite, con quella successiva (Domenichetti Castorina) la media è leggermente migliorata. Certo, quando c’è un cambio c’è bisogno di assestamento: le prime due gare della nuova gestione, culminate in altrettante sconfitte in scontri diretti (Napoli-Empoli 0-1 e Pomigliano-Napoli 2-1) hanno determinato il risultato finale. Su Pistolesi? Sicuramente vanno riconosciuti i suoi meriti per la salvezza della stagione precedente. Onestamente approfittammo anche dei demeriti di chi ci stava davanti (San Marino). Quest’anno purtroppo la quota salvezza era decisamente più alta.

Nel corso della stagione ci sono stati risultati altalenanti, si pensi ai 6 punti conquistati con la Fiorentina e agli 0 col Pomigliano. Come si spiega?

“Semplice: il valore della squadra era inferiore a quello delle formazioni che hanno ottenuto la salvezza. In queste condizioni non sempre riesci ad andare oltre i tuoi limiti, e noi avevamo di evidenti nell’organico. Il Pomigliano ci ha surclassati sia all’andata che al ritorno perché ha più qualità. Anche l’Empoli ha giocatrici nel giro della Nazionale.”

Al giorno d’oggi c’è molta distanza tra il Napoli Femminile e il Pomigliano?

Credo che vadano riconosciuti i meriti del Pomigliano, che ha dimostrato maggiori qualità tecniche e gestionali. Faccio i complimenti al ds Biagio Seno, a mister Panico e certamente alle loro ragazze che hanno dimostrato una qualità inaspettata. Faccio un nome: Dellaperuta, classe 2004 arrivata a Gennaio. Brava lei, bravo chi l’ha messa in condizione di rendere.

A Napoli si dice che la cosa più importante sia sudare la maglia. Dagli spalti non si è percepita quella voglia di sbranare l’avversario in una gara decisiva per la salvezza. Ritieni non ci fosse unità di intenti nello spogliatoio?

Sicuramente tutti si volevano salvare. Il Pomigliano aveva maggiore identità dettata anche da numero di calciatrici napoletane, penso ad Azzurra Massa, Giusy Moraca, Livia Capparelli, Martina Fusini e ovviamente al nostro ex capitano Emanuela Schioppo. Ancora, la stessa logistica del Pomigliano dà identità. Il Pomigliano vive Pomigliano, mangia Pomigliano, dorme Pomigliano. Questo è stato un altro dei nostri limiti: il trasferimento a Cercola, oltre all’avere una sola giocatrice napoletana, Paola Di Marino. Devo però aggiungere che il Napoli Femminile ha una grande capacità di autocritica, o non staremmo qui a parlarne e il presidente (Carlino) non si sarebbe dimesso all’indomani della retrocessione. Proprio questa capacità dovrà aiutarci a riemergere.

A parer tuo, la leadership di Paola Di Marino si è fatta sentire oppure si è percepita la mancanza di una figura come Giulia Risina?

Paola ha dato tutto quello che aveva. Lei interpreta il ruolo da capitano a modo suo, più che comunicare con le compagne cerca di trascinarle attraverso l’esempio. Magari altre figure con caratteristiche diverse all’interno dello spogliatoio avrebbero certamente aiutato. Giulia era brava a caricare la squadra con discorsi motivazionali. Purtroppo, come ho detto, ci sono mancati al tempo stesso identità e qualità. Ad ogni modo Paola è un grande capitano che ha saputo tirar fuori una personalità più spiccata nelle difficoltà.

Le varie Oliviero, Cafferata, Huchet, Kubassova e, prima ancora, Tammik non sono state rimpiazzate adeguatamente?

Aggiungerei anche Isotta Nocchi. Il problema non è tanto legato alle singole giocatrici, ma alla continuità del progetto. Avremmo potuto e dovuto ripartire da quella squadra che si era salvata, seppur con i demeriti del San Marino. Se alcune calciatrici hanno deciso di cambiare aria, è stato probabilmente perché avevano percepito quale fosse la nostra situazione. Purtroppo hanno avuto ragione loro e non noi nella nostra ennesima rivoluzione, ma bisogna ammettere che la continuità nel calcio è tutto.

Centravanti. Quanto hanno pesato l’infortunio di Chatzinikolau, lo stato di forma di Popadinova e il rendimento sotto le aspettative di Sole Jaimes?”

Due infortuni gravi come quelli che ha riportato Deppy hanno condizionato soprattutto lei. Sapevamo che puntare sul suo recupero sarebbe stata una scommessa. Proprio per sopperire a questa mancanza abbiamo preso Sole che, anche considerato l’ingaggio, non ha di certo fatto ciò che ci si aspettava. Ha deluso anche in considerazione del suo passato che l’ha portata fino a Lione. Posso garantire che lei abbia dato il 101% di quello che aveva. La valutazione è stata sbagliata a monte perché il calcio ti chiede come stai e non come “stavi”. Lei sa che sarebbe dovuta essere il valore aggiunto, come sa di non esserlo stata. Anche il non averle garantito un ricambio o una vera compagna di reparto ha pesato. Popadinova, da cui si ripartiva, è stata più fuori che dentro. Credo che Deppy, Popadinova e Sole abbiano giocato una sola volta insieme, a Torino contro la Juventus. “

Sul futuro. Di Marino e Goldoni restano?

Dobbiamo innanzitutto ricordare che siccome parliamo di calcio dilettantistico tutte le calciatrici sono svincolate, a fine anno. Paola credo resti, ed è anche un augurio per quello che rappresenta per questa società. Considerato il suo senso di appartenenza farebbe fatica ad accettare una realtà anche migliore rispetto al Napoli Femminile. Tutti abbiamo visto la sua reazione al triplice fischio dopo Napoli-Pomigliano. Eleonora prenderà la sua strada.”

Chi prenderà le redini del Napoli Femminile dopo le dimissioni di Lello Carlino e come si affronterà la Serie B?

Si riprenderà da chi sarà insignito dal CDA societario di quest’onore. Carlino è il presidente che tutte le società vorrebbero avere. Si interessa ma ha una capacità di delegare a chi di competenza unica. Si sarebbe dimesso anche in caso di salvezza. I soci sono tanti e credo che un ricambio possa portare nuova linfa. Ad ogni modo Lello continuerà ad essere la storia del club e ad accompagnare la squadra. Si farà la Serie B evitando di ricadere negli errori commessi nel corso di questa stagione. Partiremo dall’identità, attraverso un gruppo con più italiane, in ossequio ai nuovi regolamenti, attingendo anche dalla primavera e magari facendo tornare a respirare la città di Napoli alle protagoniste.”

I tifosi continuano a sognare un’unione della squadra femminile con la SSC Napoli. Ritieni che la strada sia impossibile?

De Laurentiis ha semplicemente altri piani. Sono valutazioni aziendali e non posso dargli torto. Perché dovrebbe fare qualcosa in cui non crede? Se l’unione non avviene in questi due anni in cui i club maschili possono disporre anche di una formazione femminile a prescindere dalla categoria nella quale militano, non avverrà più perché bisognerebbe ripartire dal basso e non converrebbe iniziare una scalata dall’eccellenza alla Serie A.”

Calcio femminile e professionismo. Qual è la direzione nella quale ci stiamo incamminando?”

Più che altro dove stiamo andando “a sbattere” (ride), nel senso che Gravina aveva parlato del calcio come del primo sport femminile ad entrare nel professionismo. Ha poi aggiunto che non ci sono fondi sufficienti a garantirlo nel campionato maschile di serie C, e si dovrà andare verso il semi-professionismo. E se non è sostenibile al maschile figurarsi al femminile. Si potrebbe arrivare ad un’insostenibilità anche per quei club che hanno squadre maschili alle spalle, che in questa vicenda magari credevano e volevano vedere dove si sarebbe giunti. Ad esempio l’Empoli ne è uscito, cedendo al Parma.

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