La stagione 2021/22 del Napoli, dopo la vittoria per 3-0 sul campo de La Spezia, è ai titoli di coda. Nella gara in cui gli azzurri salutano lo sfortunato ma sempre professionale Faouzi Ghoulam, capitano di giornata, vanno in rete Politano, Zielinski e Demme. I partenopei chiudono a 79 punti e al terzo posto, riabbracciando dopo 2 anni di assenza la Champions League, blindata già alla 35esima a seguito del rotondo 6-1 rifilato al Sassuolo. Significativo è il distacco di 9 sulla Juventus. Era da 11 anni che gli azzurri non finivano sopra i loro acerrimi rivali, nello specifico dalla stagione 2010/11.
I numeri stagionali del Napoli di Spalletti
I numeri sono importanti: seconda miglior differenza reti del campionato,+43 dietro l’Inter, in virtù dei 74 goal fatti e dei solo 31 subiti. Si registra un netto miglioramento nella fase difensiva rispetto alla stagione precedente: 10 goal in meno e titolo di miglior difesa del campionato a pari merito col Milan, frutto anche dei 17 clean sheet stagionali; fa tuttavia riflettere il lato offensivo depauperato di 12 centri. Notiamo che il reparto attaccanti ha segnato decisamente meno: Lozano raccoglie solo 5 reti, Zielinski 6, Politano 3 e Insigne 11 di cui solo 2 su azione e 1 di “tiro a giro“. Gli unici a migliorarsi sono stati Mertens, probabilmente il migliore del reparto considerato lo scarso minutaggio, e Osimhen, eletto miglior U23 della Serie A. Si riscontra anche il preoccupante dato delle 5 sconfitte casalinghe, 8 se si considerano anche le gare di coppa. Lo stadio Maradona non è stato il solito fortino inespugnabile.
Delusione?
Cosa giustifica questo sentimento di delusione generale che si respira in città? L’andamento del campionato. Ai nastri di partenza il Napoli non era di certo la squadra favorita per la vittoria finale (tantomeno il Milan). Inter e Juventus erano decisamente più quotate. Tuttavia, con i continui passi falsi dei nerazzurri e l’annata contestatissima della Vecchia Signora, e considerato il valore dell’organico partenopeo, ambire era obbligatorio. Il Napoli è da molti addetti ai lavori considerato, sulla carta, più forte del vittorioso Milan. La banda di Pioli, data da tutti per spacciata e con un calendario finale proibitivo è riuscita a over-performare, trovando coesione nelle difficoltà, diversamente dagli azzurri.
In una Serie A così equilibrata, la delusione dei napoletani nasce nella misura in cui c’è la sensazione che la squadra non abbia gettato il cuore oltre un ostacolo alla portata. Il Napoli ha sprecato occasioni su occasioni per agganciare la vetta, spesso offerte su un piatto d’argento dalle contendenti. Si ricordano le due sconfitte casalinghe con Empoli e Spezia, il pareggio di Cagliari, le rimonte subite nel finale a Reggio Emilia all’andata e ad Empoli al ritorno (0 punti contro i toscani), la rovinosa disfatta per 2-3 contro la Fiorentina. Anche negli scontri diretti non ci sono stati particolari picchi. 2 punti conquistati con la Roma, 1 solo con l’Inter, 4 con la Juventus e 3 con il Milan, e in tutte queste circostanze il Napoli ha lasciato spesso il pallino del gioco all’avversario, tirando poco in porta.
Elogi e critiche al Napoli di Spalletti
Certamente al tecnico va riconosciuto l’aver centrato l’obiettivo senza troppe difficoltà (anche per demeriti dell’Atalanta su tutti e della Juventus) e l’aver ottimizzato il rendimento di Rrahmani, Anguissa, Elmas e Lobotka, rivelatosi un giocatore straordinario e uomo chiave della manovra azzurra. Le parole di Dries Mertens, il meno utilizzato dall’allenatore nonostante l’ottimo stato di forma nel finale di stagione, sono chiare: “C’è delusione perché il Napoli non era mai stato così vicino allo scudetto; nella stagione dei 91 punti c’era una Juve molto più forte, diversamente da quest’anno“. Probabilmente sarà questo il ricordo che Luciano Spalletti lascerà di sé nel capoluogo campano. Un ottimo allenatore che ha riportato gli azzurri ad alti livelli, ma che non ha saputo “indossare” quella cornice di pubblico sempre accorsa come un “mantello da supereroe”.
Se il Presidente De Laurentiis incensa il proprio allenatore (che sarà riconfermato salvo sorpese) per il risultato conseguito, i tifosi non mancano di contestare la società. Sono tante le incognite sul futuro. Certo è che ci sarà quel famoso ridimensionamento del monte ingaggi, oltre alle partenze a parametro zero di Ghoulam e Insigne, direzione Toronto. Il rinnovo di Mertens non è ancora arrivato e Fabian, Zielinski e Lozano sono i maggiori indiziati per la cessione. Altra gatta da pelare è quella legata ai portieri, con Ospina in scadenza e Meret in cerca di titolarità. Ai supporter partenopei non resta che attendere e sperare, come al solito, “nel prossimo anno”.