Abraham Lincoln è stato uno dei presidenti americani più importanti di tutti i tempi a causa della sua lotta all’abolizione della schiavitù. In ordine cronologico è stato il 16esimo ad accomodarsi sulla poltrona della presidenza, sostituendosi a Buchanan. La sua carica iniziò il 4 marzo del 1861 e terminò il 15 aprile del 1865 a seguito dell’incidente mortale del giorno precedente.
Il 14 aprile del 1865, venerdì santo, durante uno spettacolo teatrale al Ford’s Theatre di Washington, il presidente fu sparato da una cospirazione capeggiata dall’attore dello stesso spettacolo, John Wilkes Booth.
Lincoln e la lotta alla schiavitù
Già da prima della nascita degli Stati Uniti d’America, fondata nel 1776, la tratta di schiavi provenienti dall’Africa era una prassi comune che è perdurata per molti anni. I neri africani venivano utilizzati come domestici nelle case dei più facoltosi o anche nelle piantagioni. Lavori questi che erano malvisti dalla società americana e che per questo motivo venivano relegati a persone di razza inferiore. La questione andò avanti per molti anni tra l’indifferenza generale fino a quando arrivò il momento di redigere la costituzione. A quel punto le cose iniziarono a cambiare. Da un lato c’erano gli stati favorevoli a questa pratica della schiavitù, dall’altra invece coloro che ne chiedevano l’abolizione seguendo il modello canadese.
Lo schiavismo fu uno dei punti cardine che portà l’America a dividersi e ingaggiare una guerra civile. Fu solo a seguito della vittoria degli Stati dell’Unione che tale pratica venne considerata illegale in tutto il paese e fu ratificato a tal proposito il 13esimo emendamento della costituzione. Fu proprio Abraham Lincoln, meglio conosciuto come Abramo qui in Italia, ad essere il primo e principale artefice di tale emendamento. Per tale motivo il 16esimo presidente rimarrà per sempre la storia non solo americana ma mondiale.
L’idea di democrazia
Il primo presidente americano assassinato della storia era sinonimo di democrazia e riflessione. “Così come non vorrei essere uno schiavo, così non vorrei essere un padrone. Questo esprime la mia idea di democrazia” rimane una delle sue celebri frasi che lascia intendere quanto sia stato importante nel processo dell’abolizione della schiavitù che purtroppo però gli è costata anche la vita.
Il fanatico sudista e attore, John Wilkes Booth, era infatti preoccupato dell’eventualità che i neri potessero ottenere il diritto di voto. Questo motivo lo spinse a cospirare contro Lincoln il 14 aprile del 1865 dove lo ferì mortalmente. Fu dichiarato morto la mattina del giorno seguente.
“Tutti gli uomini nascono uguali, però è l’ultima volta in cui lo sono” – Abraham Lincoln.